08-02-2025 ore 16:30 | Cronaca - Crema
di Giulia Tosoni

Povertà nel cremasco, aumentano le richieste di aiuto: "attenzionato il problema abitativo''

Nel giro di un anno, il numero di famiglie in estrema difficoltà economica costrette a chiedere aiuto alla Caritas è aumentato del 15 per cento. Ieri pomeriggio, in sala Alessandrini a Crema, in occasione della presentazione del report nazionale 2024 sulla povertà “Fili d’erba nelle crepe” di Caritas Italiana, Claudio Dagheti, direttore della sede cremasca, ha fatto un focus sulla situazione cremasca. “Il centro di ascolto ha incontrato 694 nuclei famigliari, in 407 si sono rivolti a quello diocesano e 287 alle singole parrocchie. Un numero importante per un territorio che conta meno di 100 mila abitanti. Nel 2023 sono stati registrati 124 nuovi accessi (il 30 per cento in più), una parte di questi sono “poveri di ritorno, persone che avevamo già aiutato negli anni scorsi”.

 

Chi si rivolge alla Caritas di Crema

Il 7 per cento di chi si rivolge alla Caritas di Crema è pensionato, il 26 per cento un’occupazione ce l’ha, ma l’entrata mensile non è sufficiente per soddisfare le esigenze. L’indigenza colpisce anche chi percepisce una pensione di invalidità (6,4 per cento) e il 4 per cento ha un lavoro irregolare. A non avere una mansione è il 45 per cento delle utenze. “Vediamo due fenomeni diversi per italiani e stranieri”, ha proseguito Dagheti: “gli individui che aiutiamo sono per lo più stranieri di giovane età, dai 25 ai 34 anni; mentre gli italiani hanno più di 50 anni e sono per la maggior parte celibi o nubili, separati, divorziati o vedovi”. 


La questione abitativa

Leggendo i dati del cremasco, le problematiche riscontrate corrispondono a quelle nazionali. “Ogni famiglia che incontriamo ha più di un bisogno, il problema abitativo è passato dall’8,8 per cento al 12 per cento. Questo ci dice che il tema dell’abitare nel nostro territorio va particolarmente attenzionato”, ha continuato il direttore di Caritas Crema. Il 70,46 per cento dei nuclei incontrati ha una casa, di proprietà, con mutuo o in affitto. Il bisogno maggiore riscontrato è quello di un’accoglienza provvisoria (quasi il 70 per cento). Balza all’occhio la situazione di persone prive di residenza anagrafica (5 per cento). Se ci si sofferma sui fondi erogati dalla Caritas, il 56,8 per cento vanno a sostenere questa problematica: il 30% per le bollette, il 20% per l’affitto e il 6,8% per la gestione dell’abitazione. 

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