08-04-2022 ore 09:25 | Sport - Ciclismo
di Gloria Giavaldi

Il ct Villa torna tra i banchi con i giovani dello Sraffa: 'dico loro che si vince solo insieme'

“Il compito di un bravo allenatore è quello di migliorare atleticamente e psicologicamente la squadra”. Si è rivolto così Marco Villa, commissario tecnico della nazionale di ciclismo su pista oro olimpico a Tokyo e oro ai mondiali di Roubaix agli studenti dell’istituto Sraffa e Marazzi durante l’incontro avvenuto nei giorni scorsi. Come si vince un oro olimpico? Partendo da questo interrogativo, il ct azzurro ha ripercorso le tappe del rinnovamento dell’intero movimento del ciclismo su pista italiano, fino alla pandemia, che ha portato maggiore sicurezza e convinzione tra gli atleti. “Una delle difficoltà maggiori per un allenatore è quella di dover escludere qualcuno”, ha detto agli alunni Marco Villa, evocando il cammino preolimpico svolto con un team più numeroso, che nell’approssimarsi alla partenza giapponese, necessariamente ha costretto il tecnico a lasciare qualche componente in Italia.

 

Vince la squadra

“La cosa più bella è aver visto i ragazzi esclusi che nel giorno della vittoria, non solo hanno gioito insieme ai compagni per la medaglia che avevano al collo, ma li hanno sostenuti a migliaia di chilometri di distanza, nelle chat e con le chiamate”, ha commentato Villa, che già punta alle prossime olimpiadi di Parigi. “Il gruppo è come una famiglia. Questo fa sì che la maglia azzurra indossata, non rappresenti solo un obiettivo individuale, ma diventi un obiettivo di squadra”.Altro aspetto da non sottovalutare è la valorizzazione dei giovani, avvenuta nella sua squadra con la convocazione di Jonathan Milan. “Il calcio lavora poco sui giovani, manca dalle Olimpiadi dal 2008, e le recenti esclusioni dai mondiali si può spiegare anche così. Per quanto mi riguarda – conclude l’ex pistard – cerco di far crescere i giovani e riportare la passione per la maglia azzurra, cercando con i comportamenti di dare segnali importanti, sia nelle vittorie che nelle sconfitte”.

 

Esempi importanti

Per il docente Antonio Armensi che ha gestito le domande dei ragazzi, “assistiamo spesso in televisione a programmi nei quali si veicola un messaggio per il quale l’importante diventa squalificare l’altro. Nello sport, invece, la squadra è importante ed un allenatore può essere anche un educatore”. Soddisfazione da parte della dirigente scolastica Roberta Di Paolantonio, per la quale “incontri come quelli proposti nelle ultime settimane sono particolarmente interessanti per i giovani, che hanno bisogno sempre più di testimonianze positive e di poter vedere come il successo si può raggiungere, ma per ottenerlo sono necessari impegno, dedizione, rispetto delle regole”.

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