Un cerotto sull’avambraccio e il sorriso contagioso di chi ha appena condiviso un'esperienza particolare. Stefano Peletti, 26 anni, insegnante di scienze e matematica alle scuole medie è per la prima volta donatore Avis. “Lo ammetto, non è stato facile” confessa, seduto nell’area ristoro del centro trasfusionale di Crema. “Credo sia un gesto importante, lo definirei quasi un dovere civico. È un modo concreto di fare del bene, diventa uno stile di vita”. Con lui c’è l’amico Giacomo Pasquetto, studente al liceo delle scienze applicate Galilei. L’anno scorso ha compiuto 18 anni: “ho deciso di aderire alla campagna lanciata da Avis, può sembrare banale ma con un piccolo gesto è davvero possibile aiutare tante persone”.
'Insieme è più semplice'
La scelta è personale, ma “in due è più semplice”. I ragazzi fanno parte dell’associazione italiana arbitri, sezione cremasca "Cristian Bertolotti", che da cinque anni sostiene Avis. Lì hanno conosciuto Pietro Valcarenghi, da 51 anni membro dell’associazione arbitri ed ex presidente di Avis Crema fino a febbraio 2017. “È stato lui a portarci qui – commentano i ragazzi – ci piacerebbe coinvolgere tutti i ragazzi dell’associazione: "siamo un centinaio, sarebbe un’ottima base di partenza per sensibilizzare coinvolgere i giovani alla cultura del dono”.
Una scelta di vita
“Quante donazioni ho fatto? Saranno un centinaio, non le conto più!” racconta a sua volta Valcarenghi, che ancora ricorda la prima: “Era il 1966 e mi trovavo a Milano. Partecipavo ad uno sciopero metalmeccanico, che ci aveva portati da Lambrate a piazza Duomo. Lì c’era il centro trasfusionale. Perché no? Mi sono detto. Non mangiavo dalla sera prima, sono svenuto!” Ride “Così sono diventato un donatore. È stata una scelta che mi ha accompagnato per buona parte della vita. Credo in ciò che ho fatto e che sto facendo. Oggi non posso più donare in prima persona, ma il mio compito è cercare nuovi donatori”.