Si è scoperto che il fiume Adda, con i suoi ampi greti sassosi, ospita alcuni uccelli molto particolari. Una novità assoluta nel panorama ornitico del territorio cremasco. Tra le specie ornitologiche definite ‘pioniere, rare ed occasionali’ del nostro territorio c’è sicuramente l’occhione (Burhinus oedicnemus), una specie molto particolare appartenente alla famiglia dei Charadriiformi. Un uccello migratore dall’aspetto molto curioso, dal capo arrotondato e dagli enormi occhi gialli. Osservato per la prima volta solo qualche anno fa, è ancora presente ma con poche unità presso gli ambienti sassosi aperti, aridi e steppici con vegetazione erbacea bassa, in prossimità dei greti dei fiumi e zone agricole poco coltivate.
Beep Beep
Il suo aspetto curioso lo fa assomigliare al pennuto protagonista dei cartoon di Willy il Coyote, l’inafferrabile Beep Beep. In quel caso raffigura un uccello dei deserti americani soprannominato roadrunner (corridore). Un’altra caratteristica dell’occhione sono le corse lungo i greti del fiume, avanti indietro con sue lunghe leve, allarmato da eventuali intrusi o in difesa dei nidi posti nei paraggi. È una vera rarità, una perla ornitologica importante per il Cremasco; in generale è una specie abbastanza diffusa, comunque mai abbondante sull’intero territorio Italiano, in modo prevalente lungo il greto dei fiumi appenninici in sponda destra del Po.
Migrazione
Il fiume Adda nei pressi di Gombito e fino a Castiglione d’Adda, con le sue ampie anse, greti sassosi e melmosi ospitano in brevi periodi dell’anno alcuni individui probabilmente giovani e adulti che si radunano prima della migrazione autunnale, difficile stabilire con certezza se ci sia stata o meno anche la nidificazione, imprevedibile in questi soggetti e spesso legata alla situazione climatica e alla secca o piena dei fiumi. Migrazione che non sempre li porta ad attraversare il Mediterraneo per raggiungere l’ Africa o il medio oriente, molti preferiscono trascorrere la brutta stagione lungo le anse del Po o poco più a sud. I cambiamenti climatici e altri fattori antropici hanno certamente influito sul loro abituale comportamento da spingere alcuni individui a non migrare più su lunghe distanze.
Specie vulnerabile
Nonostante la discreta mole, con un’apertura alare vicina al metro ed un’altezza di oltre quaranta centimetri risulta comunque problematica la sua osservazione. Il forte mimetismo confondibile col fondo delle pietraie e con le abitudini spesso crepuscolari e notturne rendono molto difficoltosa la sua ricerca e osservazione nei luoghi prescelti. L’occhione è considerato una specie vulnerabile dall’Iucn: i pericoli maggiori derivano dal fatto che i nidi posti a nudo tra le pietre o al riparo solo da alcuni ciuffi d’erba, sono facilmente preda di volpi e rapaci diurni, ma spesso purtroppo anche dal disturbo portato proprio dall’uomo che involontariamente o volontariamente calpesta le uova confuse tra le pietre. Tra i rischi che spesso rimangono impuniti c’è anche quella bruttissima pratica di percorrere i greti fluviali con mezzi motorizzati di ogni tipo per uno sciocco e insano bullismo.