31-08-2016 ore 20:23 | Rubriche - Fatto di ambiente
di Alvaro Dellera

Un fatto d'ambiente. Un’estate tra fiori e farfalle nella campagna cremasca

D’estate, fra luglio e agosto, la nostra pianura si arricchisce di tinte forti. Fiori, farfalle, libellule e insetti vari colorano, come in una tela di Matisse, i verdi prati stabili e le rive, lasciate rigogliose, di fossi e fiumi. Proprio in quest’ultimi lembi di natura si possono ancora osservare decine di fiori e insetti tra i più belli e più delicati del nostro territorio. La loro sopravvivenza però, dipende molto dalla cura dell’ambiente circostante e dalla pressione antropica che, irriconoscente della loro importanza, mina la loro già fragile esistenza con azioni spesso distruttive dell’habitat di cui necessitano. A farne le spese sono spesso fiori ed arbusti campestri sui quali splendide farfalle e libellule traggono il nettare per vivere e riprodursi. È il caso del garofanino d’acqua (epilobium hirsutum, nell'immagine sopra) splendido e oramai rarissimo fiore che si sviluppa su di un verde e fragile arbusto alto più di un metro e quasi esclusivamente in prossimità di corsi d’acqua. Fiori ed infiorescenze varie con i loro colori ed i loro agri profumi attirano molte farfalle alcune di esse assai rare, mostrando tutta la loro bellezza, aprendo e chiudendo ritmicamente le grandi ali punteggiate e colorate, mostrando, in molte specie, una colorazione completamente diversa fra la parte superiore delle ali e quella inferiore. Così che all’occorrenza e con ali chiuse scompaiono agli occhi dell’osservatore.

 

Arbusti e farfalle cangianti

Decine sono le specie di farfalle che popolano la pianura cremasca. Un osservatore attento noterà la grande differenza di dimensione, forme, colori e disegni che le diverse specie assumono, dal bianco all’azzurro, dal rosso arancio al marrone scuro, sempre con tonalità cangianti, mai uniformi. L’arbusto che più attira specie diverse fra loro è il cardo asinino (cirsium vulgare) su questo spinoso arbusto che termina con un capolino di fiori tubulosi e violacei si posano specie come Papilio machaon (macaone), pieris rapae (cavolaia), o specie come la gonepteryx rhamni (cedronella) e la più piccola ochlodes venatus.

 

Fiori campestri

Nei mesi estivi sbocciano vigorosi dopo il lungo letargo i fiori campestri, sviluppano velocemente le loro potenziali caratteristiche attrattive, brevi ma uniche, come l’erba ginestrina (securigera varia) che ricama le rive di fossi e fontanili. Oltre alle difficoltà di riconoscimento delle specie, le farfalle come i fiori campestri, hanno nomi scientifici a volte impronunciabili, ecco perché spesso si ricorre all’uso di nomi comuni al fine di identificarne con più facilità la specie, ma la cosa più utile per tale fine è sempre l’immagine fotografica che spesso fa risaltare anche le caratteristiche di particolari anatomici tra i più interessanti e nascosti che l’occhio nudo non potrà mai cogliere.

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