31-01-2021 ore 20:21 | Rubriche - Medicina e salute
di Sara Valle

Covid, in Italia calano trapianti e donazioni. In Lombardia il maggior numero di interventi

Con 690 trapianti la Lombardia è la regione che nel 2020 ha effettuato il maggior numero di interventi. All'ospedale cittadino è stato fatto un prelievo multi-organo (cuore, fegato e due reni tutti trapiantati) e 25 prelievi di cornee. Di queste  il 40 per cento è risultato idoneo per il trapianto. “Bisogna tenere presente – precisa il presidente di Aido Crema Carmine Troiano – che quello di Crema è un ospedale senza neurochirurgia, quindi con ridotte possibilità di avviare un accertamento di morte cerebrale perché molti dei pazienti con gravi lesioni cerebrali vengono centralizzati per competenza specialistica presso l'ospedale di Cremona. Con riguardo ai prelievi di cornea c'è stata una contrazione (mediamente 50-60 prelievi all'anno) a causa della pandemia, essendo preclusa la donazione dei tessuti da cadavere positivo per Covid – 19”.

 

Frenata contenuta

Anche Crema è in linea con la tendenza nazionale. Il report diffuso dal Centro nazionale trapianti registra nell'anno della pandemia una frenata: 373 trapianti in meno rispetto al 2019 (in calo del 9,8 per cento). Tuttavia i dati complessivi dimostrano una sostanziale tenuta della rete trapiantologica davanti all’onda d’urto dell’emergenza sanitaria. A pesare, inevitabilmente, è stata la saturazione delle terapie intensive. Nel 2020 le segnalazioni di potenziali donatori in rianimazione sono calate dell’11,5 per cento rispetto al 2019 e questo ha portato a una diminuzione del 10,4 per cento dei prelievi di organo da donatori deceduti (1.236 contro i 1.379 dell’anno precedente). A questo dato si aggiunge una diminuzione più consistente delle donazioni da vivente (294 -19,2 per cento). Trattandosi di un’attività chirurgica programmabile, questa tipologia di trapianto ha scontato un rallentamento maggiore. Il risultato finale è un tasso di 20,5 donatori per milione di abitanti, che riporta l’Italia indietro di cinque anni: era dal 2016 che questo indicatore era stabilmente sopra quota 21 (l’anno scorso 22,8).

 

Trapianti e eccellenze

Sono stati 3.441 i trapianti effettuati nel 2020. Di questi, 3.146 sono stati realizzati grazie agli organi di donatori deceduti (-303, ovvero -8,8 per cento rispetto a un anno fa). Nel dettaglio, i trapianti di rene sono stati 1.907 (-10,8 per cento), quelli di fegato 1.201 (-7.8 per cento), mentre i trapianti di polmone sono quelli che hanno avuto il calo percentuale più consistente (116, -24,5 per cento). Stabili i trapianti di cuore (239, -2,4 per cento) e quelli di pancreas (42, invariati rispetto all’anno precedente). Al conto va aggiunto il primo trapianto italiano di utero, realizzato con successo a Catania nell’agosto scorso. Si è trattato di uno dei molti successi che hanno segnato il 2020 della trapiantologia italiana, insieme al primo trapianto di polmoni su un paziente Covid effettuato in Europa (a maggio al Policlinico di Milano) e ai primi trapianti al mondo di fegato da donatori a pazienti positivi al Coronavirus, avviati grazie a un protocollo varato dal Cnt a dicembre e già arrivati a quota 8. Nel 2020 si è registrato il più alto numero di trapianti di midollo da donatore non consanguineo mai realizzato nel nostro Paese, ben 875 (+1,9 per cento) e di donazioni effettuate, 288 (+1,4 per cento). A risentire più pesantemente degli effetti della pandemia è stata l’attività riguardante i tessuti umani: le donazioni sono calate del 31 per cento e i trapianti del 22,5 per cento (4 mila in meno rispetto all’anno scorso), una diminuzione che ha colpito tutti gli ambiti di intervento, in particolare la cornea (prelievi -29,2 per cento, trapianti -25,2 per cento) e l’osso (prelievi -41,7 per cento, trapianti -23,1 per cento).

 

Opposizioni preoccupanti

Il Covid ha avuto un impatto negativo anche sulla registrazione della volontà alla donazione. Sono state 1.960.705 le nuove dichiarazioni rilasciate nei Comuni italiani nel 2020: l’anno prima erano state oltre 2,4 milioni. A pesare è stata la chiusura dei servizi anagrafici durante il primo lockdown e la decisione del governo di prorogare la scadenza dei vecchi documenti d’identità. In totale ad oggi le dichiarazioni presenti nel Sistema informativo trapianti sono quasi 9 milioni, di cui oltre 6,5 milioni di consensi, ma crescono ancora le opposizioni: nel 2020 ha detto di no alla donazione il 33,6 per cento dei cittadini dichiaranti, la percentuale più alta di sempre (erano il 32,5 per cento nel 2019). A manifestare il diniego sono soprattutto gli over 60 (il tasso di opposizione medio va dal 35,2 per cento dei 60-70enni al 63,6 per cento degli ultraottantenni) mentre è più alta la propensione alla donazione tra i giovani adulti (tra i 30-40enni il tasso di consenso è quasi al 75 per cento). Complessivamente sono le donne ad essere più generose, con un'opposizione ferma al 29,8 per cento contro il 32,2 per cento tra gli uomini.

 

Fare cultura della donazione

Come spiega il ministro della salute Roberto Speranza “in questi duri mesi di pandemia, il nostro Centro nazionale trapianti non ha mai smesso la sua fondamentale attività al servizio della salute dei cittadini”. “Nonostante le difficoltà di questo periodo, la rete trapiantologica ha assicurato ai pazienti una continuità assistenziale di altissimo livello. Lo dimostra anche il primo trapianto europeo di polmone su un paziente colpito da Covid-19, che è stato realizzato nel nostro Paese lo scorso maggio. Un intervento che ha messo ancora una volta in risalto le nostre eccellenze mediche e scientifiche, che sono motivo d’orgoglio per il nostro Paese. La cultura della donazione va sempre più diffusa e la sua promozione è un impegno fondamentale per il Ministero della Salute, a tutela dei pazienti più fragili”. Per il direttore del Centro nazionale trapianti Massimo Cardillo “nello tsunami del Covid la Rete trapiantologica ha dimostrato tutta la sua solidità, mantenendo sempre in funzione la macchina delle donazioni e dei trapianti e addirittura mettendo a punto nuovi interventi e protocolli innovativi a livello mondiale. Ma non possiamo nascondere la preoccupazione per l’aumento delle opposizioni alla donazione raccolte al rinnovo delle carte d’identità: si tratta di un dato che rischia di essere insostenibile sul lungo periodo ed è tempo di affrontare strutturalmente il problema rafforzando l’informazione ai cittadini”. Per questo la sezione locale di Crema sta predisponendo una serie di progetti di sensibilizzazione che verranno presto presentati alla stampa. Tra questi una campagna social cui hanno aderito diversi volti noti della città: Beppe Severgnini, don Lorenzo Roncali, Simona Marchetti, Denny Lodi, Monica Bernasconi, Alessandro Bosio, Beppe Riboli e la band cremasca Excape (Marco Carelli, Ruggero Guerini, Jacopo Cipeletti, Efrem Alberti, Flavio Savino). A questo si aggiunge un'iniziativa in collaborazione con gli uffici anagrafe dei 48 comuni del cremasco.

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