30-08-2020 ore 19:14 | Rubriche - Medicina e salute
di Ilaria Bosi

Ru486, Centro aiuto alla vita di Crema: 'Si spieghino i rischi fisici e psicologici'

“Chi sostiene l'aborto farmacologico non vuole pensare a cosa rappresenti per la donna la soppressione della vita che porta in grembo”. Rosa Rita Assandri, presidente del Centro aiuto alla vita di Crema interviene pochi giorni dopo la pubblicazione da parte del Ministero della salute delle nuove linee guida sull'aborto farmacologico che 'annullano l'obbligo di ricovero da assunzione della pillola Ru486 fino alla fine del percorso assistenziale e allungano il periodo in cui si può ricorrere al farmaco fino alla nona settimana di gravidanza'.

 

Sostenere la vita

La realtà che presiede è fatta di donne che aiutano altre donne. Di donne che aiutano la vita. “Il Centro aiuto alla vita, attivo da 40 anni in città, ha lo scopo di sostenere il diritto a nascere, ovvero aiutare tutte quelle mamme e famiglie in difficoltà”. Il gruppo conta 23 volontari pronti ad offrire aiuti concreti, “ ma soprattutto vicinanza fatta di amicizia, ascolto e accoglienza. La mamma che nutre dubbi e paure sulla gravidanza chiede tacitamente di essere incoraggiata, rassicurata, chiede empatia. Vuole essere aiutata a scoprire le sue potenzialità e il suo coraggio. Dove una donna non viene lasciata sola, la vita è più forte delle paure e della morte”.

 

“Una ferita che non guarisce mai”

Per questo si scaglia contro le nuove linee guida che, “ad oggi non rispettano una legge vigente” e “fanno sì che la donna venga ancora una volta abbandonata, lasciata sola con le sue paure, i suoi dubbi e le sue responsabilità. Nessuno di coloro che sostengono l'aborto farmacologico parla della sindrome post aborto: abbiamo incontrato donne che anche dopo molti anni hanno il ricordo di quel dolore. L'aborto è un dramma, una ferita che non guarisce mai”.

 

Ru486 e conseguenze

La pillola Ru486 “non è un modo 'semplificato e riservato' per affrontare il dramma dell'aborto, come si cerca di far credere. Troppo poco si parla degli effettivi rischi sia fisici che psicologici che la sua somministrazione comporta. Penso si stia praticando una terribile violenza sulle donne: si parla dell'aborto come della soluzione ad un problema temporaneo. Molto di quello che in questi giorni si dice e si scrive sull'aborto farmacologico denota una scarsa informazione soprattutto con riguardo alle conseguenze connesse alla somministrazione della pillola Ru486.

 

Lockdown

La sua associazione si batte per la vita. Custodisce storie di coraggio, di solidarietà. Vive accanto alle donne. “Nel 2019 sono state accolte 115 mamme o famiglie. Nel 2020, nel periodo di lockdown, avevamo in carico 55 mamme che, nel rispetto delle norme vigenti, sono state aiutate. Grazie alla collaborazione con la farmacia comunale, i casi ritenuti più in difficoltà hanno potuto ricevere latte e pannolini. Tutte le mamme sono state costantemente raggiunte telefonicamente anche per essere informate su bonus e altri sussidi”.

 

Solidarietà

Fondamentale anche la collaborazione con i servizi sociali: “A maggio, l’associazione ha consegnato a tutte le mamme una tessera del Centro aiuto vita, in accordo con un supermercato cittadino per l'acquisto di prodotti per l'infanzia. Da giugno,nel rispetto dei protocolli sanitari, le volontarie hanno ripreso le consuete distribuzioni mensili (quattro turni al mese presso la Caritas diocesana). Lo stesso in luglio, con doppia consegna per la chiusura di agosto. Ad oggi, nel 2020, abbiamo accolto circa 60 mamme e in autunno sono previste altre nascite”.