30-06-2014 ore 10:20 | Rubriche - Herbae volant
di Galleria delle Erbe

Iperico, l'erba di San Giovanni contro i 'cattivi pensieri'. Dalla notte di mezza estate alle piante officinali ricche di rugiada, cariche di energia positiva

E' da poco passato il 21 giugno, solstizio d'estate, il giorno più luminoso dell'anno; l'occasione giusta per ricordare l'antica tradizione di san Giovanni Battista, la raccolta delle erbe e i festeggiamenti ad essa legati. Secondo le tradizioni nordiche, proprio in questo periodo – precisamente la notte del 24 giugno – i boschi si animavano di fauni e fate che si divertivano a prendersi gioco degli umani; strani prodìgi avvenivano e riti e veglie si organizzavano.

 

Notte di mezza estate

E' la cosiddetta Notte di mezza estate raccontata nella celebre commedia di William Shakespeare. Per difendersi dagli spiriti che apparivano nella notte, si usavano erbe e fiori come l'erba di San Giovanni, detta anche erba scaccia-diavoli, dai presunti poteri divinatori. Tale erba altro non è che l'Hypericum perforatum (l'iperico), una pianta perenne alta dai 30 agli 80 centimetri con fusto ramificato nella parte superiore dove si raccolgono, a mazzetti, i fiori gialli che fioriscono in primavera-estate. In epoca cristiana, si diffuse la leggenda che la pianta dell'iperico fosse nato dal sangue di San Giovanni e che il diavolo volesse distruggerla trafiggendola, ma l’unico risultato ottenuto fu quello di perforarne le foglie. Osservando l'iperico in controluce, infatti, si nota come la foglia appaia proprio “perforata”.

 

Curare e rigenerare l'organismo

In Italia, soprattutto nelle campagne, la notte del 23 giugno si accendevano falò per allontanare i cattivi raccolti e le malattie e la mattina successiva, 24 giugno, si raccoglievano le piante officinali ricche di rugiada, cariche di energia positiva per  curare e rigenerare l’organismo. Le erbe raccolte nella mattinata servivano per preparare l’acqua di San Giovanni, utile a depurare e a mantenere l’organismo in salute. Quindi si raccoglievano  non solo l’iperico ma anche la mentuccia, la ruta, la verbena, la salvia, il rosmarino, la lavanda, l’artemisia, la camomilla e la malva.

 

L'antico Fugademonum

Schiacciando le foglie dell'iperico se ne ricava un pigmento rosso-bluastro che è il principio attivo dell’iperico e ha un odore pungente simile a quello dell’incenso. Proprio come l'incenso, l’iperico veniva anche bruciato, dando così origine alla convinzione popolare che servisse a scacciare i diavoli; da qui il suo antico nome Fugademonum. Dietro le leggende e le tradizioni popolari, tuttavia, si nasconde anche un fondamento scientifico in quanto l’ipericina (il principio attivo dell’iperico) oggi è effettivamente utilizzata in tutto il mondo grazie alle sue virtù terapeutiche contro la depressione. Inoltre l’iperico, se usato per applicazione sulla pelle, sottoforma di oleolito, è un ottimo rimedio per le scottature estive, le irritazioni e le cicatrici.

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