Un inno alla forza di chi si prende cura e al coraggio di chi vive. Fino all'ultimo istante. Si racconta così la Giornata del sollievo, che si celebra oggi domenica 30 maggio, nei video curati da Michele Mariani per l'Asst di Crema (disponibili in allegato), con intermezzi di Cinema ensemble (Angelo Bolciaghi, Barbara Costa) e Mario Piacentini. Scorrono volti, storie, paure ed emozioni condivise in un periodo che “ci ha fatto riscoprire il vero senso della parola sollievo: non solo quello, fondamentale, del fine vita, ma anche quello proprio della vita, in una situazione d'emergenza che ha sconvolto la nostra normalità” ha spiegato il direttore sanitario Roberto Sfogliarini. Per il sindaco di Crema, Stefania Bonaldi: “bisogna ricordare che un malato è prima di tutto una persona. Chi se ne prende cura tutti i giorni lo sa”. Dai caregivers familiari agli operatori sanitari di cure palliative, l'obiettivo è uno solo: “prendersi cura con empatia e vicinanza, con una grande dose di umanità”. Questo vale per tutta la rete di cure palliative del territorio, di cui fanno parte l'unità operativa di cure domiciliari dell'Asst di Crema, ma anche l'associazione Alfio Privitera e la Fondazione benefattori cremaschi.
Stare accanto
L'intento di stare accanto ha resistito anche durante la pandemia. Anzi, il Covid l'ha fortificato, nonostante la distanza imposta. “Abbiamo creato un apposito reparto per consentire alle persone in fase terminale di vivere accanto ai familiari” spiegano dall'unità operativa di cure palliative. Coordinata da Stefania Pandini, questa realtà ha coinvolto professionisti provenienti da vari reparti. Enrica Chizzoli è un'ostetrica, di solito accoglie la vita e la tiene stretta tra le mani. “Ho imparato a relazionarmi con una realtà totalmente diversa, in un periodo difficile, in cui le persone malate erano davvero sole”. Unite solo dalla potenza di uno sguardo. Da un filo che nonostante tutto non si è mai spezzato ed ha permesso di “fermarsi, di osservare i bisogni di un paziente e di capire che è sempre il momento giusto per prendersi cura”. Lo raccontano diverse infermiere lì impegnate nel periodo Covid. Lo confermano i familiari, come Saveria Missotti, che ricordano ancora “quella vicinanza colma di umanità o quella delicatezza capace di usare le parole giuste anche nei momenti più difficili”.
Vita in ogni attimo
Anche in oncologia durante il Covid sono cambiate le modalità, ma non lo spirito. “Abbiamo cercato di sorridere con gli occhi” spiega il medico Cristina Pasquini. Per non lasciare indietro nessuno e seminare serenità in ogni attimo, accogliendo timori e rispondendo con la vita sempre piena di dignità. “Questi – risponde Giuseppe Samanni dell'associazione Alfio Privitera – sono anche i nostri valori, rimasti immutati nel corso di diversi anni di attività, che cerchiamo sempre di diffondere ai giovani con varie iniziative, in collaborazione con diverse realtà del territorio”. Per migliorare la vita. Per vivere e non sopravvivere. “In Anffas la dimensione del sollievo è piena di vita – spiega la presidente Daniela Martinenghi – ma abbiamo avuto modo di lavorare con le cure palliative in diverse situazioni. Ciò che colpisce è la loro attenzione alla famiglia, nel nostro caso una comunità allargata”. Colma di diversità e di vita che vive ogni attimo. Anche l'ultimo.