30-01-2023 ore 20:11 | Rubriche - Fatto di ambiente
di Alvaro Dellera

Un fatto d’ambiente. Lo spinarello: la misteriosa presenza nel cremasco di un fossile vivente

Il pesciolino rosso del luna park rappresenta per molti il primo contatto con il fantastico e complesso mondo dei pesci. Le specie viventi di pesci marini e di acqua dolce sono all’incirca 25.000. Oltre 400 milioni di anni fa i pesci hanno iniziato a colonizzare ogni ambiente acquatico del pianeta: abitando le gelide acque dell’oceano artico e quelle calde dei deserti. Dai mari e dagli oceani, durante la fase evolutiva, molte specie hanno iniziato una migrazione verso le più tranquille acque dolci, risalendo fiumi e laghi. Tra queste una specie molto particolare: lo spinarello (in dialetto cremasco Spinarél, Gasterosteus aculeatus).

La primitiva armatura

Questo pesciolino di piccole dimensioni (da 5-7 centimetri di lunghezza) presenta delle curiosità etologiche e delle variabili morfologiche assolutamente uniche, caratteristica è la presenza di tre raggi spiniformi sul dorso. La colorazione è molto variabile, per la maggior parte dell’anno è di un colore verde con addome argenteo, mentre nella fase riproduttiva i maschi presentano una colorazione verde blu sul dorso e rosso fuoco sul ventre. Alcune popolazioni di spinarelli marini trascorrono la loro vita in mare e raggiungono i fiumi solo per riprodursi. L’aspetto è simile ad un piccolo fossile vivente; risultato della sua morfologia evoluzionistica e di adattamento per poter vivere perennemente in acque dolci; tra queste la perdita della primitiva armatura ossea sui fianchi.

 

Acque calme e limpide

La riproduzione dello spinarello presenta un comportamento elaborato e singolare: il maschio deve difendere un territorio, costruire un vero e proprio nido utilizzando detriti vegetali, corteggiare e indurre la femmina ad entrare per deporre e prendersi cura delle uova e degli avannotti. Nonostante la sua adattabilità alle acque dolci o salmastre, lo spinarello richiede comunque acque calme e limpide, molto ossigenate, con fondali sabbiosi e ricchi di vegetazione sommersa. La popolazione di spinarelli in Italia è in continuo declino tuttavia alcune popolazioni sono ancora presenti dentro acque provenienti da risorgive. Da recenti ricerche viene dato per ormai raro o assente nelle acque della Lombardia e del Piemonte, più numeroso nei corsi d’acqua ad est della regione Veneto solo dopo interventi di ripopolamento.

Dimenticato e spesso ignorato

La presenza dello Spinarello rileva una buona integrità ambientale,dal momento che, alterazioni di varia natura nei corsi d’acqua in cui vive, possono facilmente comportare la scomparsa. Nella lista rossa dei vertebrati Iucn è considerato con il codice di alta vulnerabilità. Scomparsa che nella maggior parte dei casi è confermata poiché risulta difficile verificare l’effettiva presenza dentro l’ambiente acquatico in cui convivono altre specie, se non con opportuni metodi scientifici di cattura oppure con l’aiuto di esplorazioni sub acque fluviali, dove foto e filmati rappresentano l’unica conferma di quanto si sta cercando. Essendo in seguito considerato un pesce dalle scarse qualità alimentari, non viene nemmeno catturato dai pescatori locali che per questo non rivelano o segnalano eventuali significative catture, dimenticato e spesso ignorato anche dai repertori ittiologici della pianura lombarda e nazionali.

 

La presenza nel nostro territorio

Nel cremasco, da tempo non si conosce l’effettiva presenza o definitiva scomparsa del nostro pesciolino, anche se il territorio presenta caratteristiche idrologiche importanti per la vita dello Spinarello, dovute alla copiosa presenza di risorgive ideali alla sua vita biologica. Solo alcune ipotesi sembrano convalidare la presenza di alcune coppie di spinarelli, basate su recenti osservazioni praticate nei pressi di alcuni corsi d’acqua appartenenti al reticolo idrico minore nell’area a nord di Crema, nelle risorgive comprese tra i comuni di Chieve, Casaletto Ceredano ed Abbadia Cerreto presso le rogge Benzona e Melesa ed in alcuni tratti del fiume Tormo. Costruire un nido sul fondale di un fiume è per questo piccolo pesce opera ingegnosa e ancor prima necessaria per conservare la propria specie. Se ancora nel cremasco ci fosse l’opportunità di poter tutelare lo spinarello per ammirare le sue speciali opere, le parate nuziali ed i sui colori, la prima cosa da fare è quella di mantenere pura la qualità delle acque sorgenti e l’integrità ambientale dei fiumi specie quelli minori; un impegno istituzionale e civile nei confronti dell’ambiente acquatico che ci deve sempre più responsabilizzare in tal senso e lo spinarello sicuramente ritornerà a riprodursi e moltiplicarsi dentro le nostre tranquille e perenni sorgenti d’acqua. (Le foto dello spinarello sono state gentilmente concesse per uso giornalistico divulgativo da Mattia Nocciola, esploratore sub acqueo fluviale, fotografo, naturalista e videomaker).

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