29-12-2014 ore 10:29 | Rubriche - Fahrenheit 451
di Giovanni Catelli

Binari d'Europa. Il fascino dei treni internazionali: memoria e nostalgia nel racconto di Romano Vecchiet

Romano Vecchiet è un eccezionale conoscitore dell'universo ferroviario e della sua storia: dopo i suoi lavori tecnici e storici era inevitabile che si affidasse alla prosa per testimoniare in modo più libero il suo inesauribile rapporto affettivo con i treni e la strada ferrata. Con questo Binari d'Europa (edizioni Campanotto), riesce non solo a farci viaggiare in vari paesi del vecchio continente, ma si spinge a verificare, per mezzo del treno, quali siano le condizioni delle biblioteche di alcuni paesi visitati; non bisogna dimenticare infatti che l'autore dirige una importante biblioteca, ed è naturale immaginare come la passione per il proprio lavoro contamini e influenzi anche le occasioni di viaggio.

 

Le tratte del ricordo

In questi anni di grande difficoltà per il trasporto ferroviario, con il ridimensionamento di molte tratte internazionali, i racconti di Vecchiet si tingono già con i colori del ricordo, e alcuni treni di cui narra, per brutale ironia della sorte e della storia, viaggiano ormai solo, da pochi anni, sui binari della memoria e della nostalgia. Un'intera civiltà ferroviaria si sta lentamente smarrendo, sotto i colpi della più miope convenienza economica, e delle politiche volte a privilegiare l'alta velocità, che degradano i pendolari e i viaggiatori delle linee secondarie a condizioni di trasporto sempre più umilianti, e ad orari sempre più disagiati, quando già non li privano tout court delle linee meno redditizie.

 

Il fascino dei treni internazionali

Viaggiare con l'autore sarà una gioia per gli appassionati, e potrà dischiudere ai meno esperti o ai più giovani il fascino dei treni internazionali, che hanno rappresentato per decenni un mondo a parte, capace di generare grandi opere letterarie, affascinando gli ingegni più brillanti. La passione ed il talento di Vecchiet ci restituiscono gesti e viaggi che abbiamo amato ed amiamo, e ci fanno sperare che ancora tutto non sia perduto, e che la civiltà ferroviaria che ha tramato di sé l'Occidente possa arrestare il proprio declino ed affrontare senza ulteriori danni il tempo a venire.

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