29-02-2016 ore 20:11 | Rubriche - Fatto di ambiente
di Alvaro Dellera

Un fatto d’ambiente. L'Ontano nero, il fascino dell’albero degli zoccoli

Le componenti di un ambiente naturale formano un sistema complesso di relazioni, dinamiche, biologiche e chimiche che, interagendo fra loro, riescono a mantenere l’ambiente in equilibrio, garantendo la vita a ciascuna di esse. Ecco perché ogni componente, che determina un fattore ambientale, è motivo del nostro interesse in chiave di conoscenza e conservazione. Diventano così, fattori ambientale, tutte quelle specie botaniche che caratterizzano alcune aree molto particolari di un territorio che, insieme ad altre formazioni vegetali, creano un habitat che concorre alla crescita della biodiversità. Come abbiamo visto la volta scorsa con la typha latifolia, anche l’ontano nero predilige luoghi con terreno umido, spesso allagato per lunghi periodi, tanto che, lo si rinviene spontaneo in ambiente palustre nel bel mezzo delle esili cannucce o alla robusta typha latifolia, condividendo le stesse ragioni biologiche. Albero molto suggestivo alto fino a 20 metri e dai caratteri decisamente unici. È detto anche l’albero degli zoccoli ed il regista Ermanno Olmi gli rende onore nel suo famoso film.

 

Carica mistica

Proprio il suo legno, duro ma leggero, servì in passato alla costruzione di molti attrezzi agricoli oltre alle utili calzature. Di media altezza, definito anche l’albero delle nebbie, che mai viene capitozzato, a differenza di platani, gelsi, salici e pioppi, ma, tagliato alla base dove può riprendere successivamente a ricacciare. Appena tagliato il legno si colora di un acceso rosso-arancio, tanto da suggestionare, in passato, la credenza popolare . La linfa che fuoriesce dal fusto a contatto con l’aria si colora di rosso sangue contaminando così tutta la superficie di taglio. A causa di questa sua particolarità, per i popoli nordici dalla tradizione Celtica, l’ha reso un albero con una forte carica simbolica e mistica. Tantissime sono le forme dialettali che stanno ad indicare l’ontano, onéss bresciano, unés o ulnès cremasco, onizz milanese, ma ciascuna regione, provincia o comune ha i propri. Dal portamento un po’ dimesso durante il periodo invernale dove si notano i semi femminili simili a piccolissime pigne, fino al suo elegante splendore quando a primavera inizia a mostrare le verdi e pendule infiorescenze maschili, con le prime foglioline.

 

Lungo le anse abbandonate

Come per la typha latifolia anche l’ontano è in forte regressione, le aree naturali che lo possono ospitare sono sempre più ristrette. E nonostante la sua forte adattabilità non sono più presenti nel cremasco formazioni a bosco spontaneo di questo bellissimo albero. Le bonifiche dei terreni per renderli seminativi hanno drenato anche le acque di superficie in molte parti del nostro territorio. Ora si trovano sparse qua e là piccole aree ancora idonee alla loro crescita. Lungo le anse abbandonate dei fiumi Adda, Serio e Oglio, in spazi residuali di aree umide dove sono ancora presenti acquitrini o lungo i fossi. Alcuni alberi di ontano frammisti a farnia, platani, salici e pioppi neri, fanno da supporto ai grandi nidi di airone cenerino.

 

Il grande fascino

Stessa cosa accade nei pressi di Sergnano, all’interno del Parco Regionale del fiume Serio, dove da alcuni anni è presente una garzaia, unica nel cremasco, con oltre 40 nidi costruiti sopra la zona allagata e popolata da alcuni e solitari ontani di notevole altezza (nella foto a lato © Dellera). Fortunatamente è anche un albero decorativo e sempre più persone lo adottano nei propri giardini, così come alcune amministrazioni comunali, attente alla diversità botanica del proprio patrimonio urbano, lo usano per il reimpianto dei filari cittadini. Ricco di semi appetitosi l’ontano attrae soprattutto in inverno molti uccelli granivori. Caratteristica quasi unica per la specie è la presenza di folti gruppi di Lucherini che a turno svuotano letteralmente le pigne contenenti i semi, appendendosi a testa in giù. L’ontano anche in inverno pur avendo perso le foglie e grazie alle sue infiorescenze sembra sempre un albero mai completamente spoglio. Per questo motivo, fornendo cibo e protezione, risulta essere un elemento vegetale di grande valore per il ciclo di vita biologico ed ecologico di molte specie animali. La sua presenza in un contesto naturale dona un fascino all’ambiente che nessun altro albero sa dare, consapevole anche di essere molto fotogenico.

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