28-03-2020 ore 17:45 | Rubriche - Costume e società
di Andrea Galvani

Crema e New York in quarantena. George Tower: ‘insieme usciremo dall'emergenza’

“Our quarantine started last night but I have stayed home pretty much for the last two weeks. My mother and I are fine but I am worried because she is 97”. Come spiega George Tower, presidente del New York Peach Department ed ormai cittadino cremasco d’adozione, la quarantena nella Grande Mela è in corso da una settimana e lui è preoccupato in particolare per la madre di 97 anni. “Vicino a casa mia hanno convertito un centro congressi in un ospedale con 1000 posti letto. Non abbiamo sufficienti test kit, maschere o guanti nemmeno per il personale degli ospedali”.

 

Spirito indomito

“Sono quotidianamente in contatto con gli amici di Crema e i loro racconti mi hanno profondamente scosso. Al tempo stesso sono testimone della vostra resilienza e lo spirito indomito dei cremaschi è di grande aiuto. In particolare mi ha consentito di essere informato diverse settimane prima dell’imminente pericolo, così ho avuto modo di prepararmi e acquistare in anticipo le necessarie protezioni. Tutto il mondo deve svegliarsi, prendere coscienza di cosa stia accadendo. Ciò che accade in Lombardia accadrà in tutto il resto del pianeta. È il proverbiale canarino nella miniera di carbone”.

 

La falsa propaganda

“A peggiorare le cose in America, ci sono ancora quelli che seguono la falsa propaganda proveniente dalla Casa Bianca. Credono a chi dice che è solo un'influenza e che non c'è nulla di cui preoccuparsi. Molte persone non capiscono che è il momento di cambiare le proprie abitudini. Il ramo che non si spiega, si spezzerà: se ciò dovesse accadere perderemo molte persone. Il nostro sindaco ha dichiarato che metà degli 8,5 milioni di cittadini di New York rischia di essere contagiato dal virus. Se muore il 3% di 4,25 milioni di persone, significa 127.500 persone. Ritengo che in questo momento non si debba pensare ad interessi di parte, ma che è necessario avere più compassione, amore e sostegno reciproco. Facendo fronte comune riusciremo a superare questa fase. Sono felice di vedere che stanno arrivando in soccorso degli italiani aiuti internazionali”.

 

Identico destino

“Potremmo non essere in grado di controllare tutto ciò che accade durante questa pandemia, ma possiamo controllare la nostra risposta all’emergenza: come onoriamo i nostri caduti, raddoppiando i nostri sforzi perché le persone capiscano che devono restare a casa ed adottare tutte le precauzioni necessarie. Non solo onoriamo noi stessi facendo ciò, ma li onoriamo anche dimostrando che le loro vite non sono state vane, perché ci ricordano cosa dobbiamo fare per sopravvivere e prosperare. Quindi, per rispondere alla tua domanda, "Come stai George?" Sto come stanno le mie sorelle e i miei fratelli a Crema”.

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