Trent’anni di carriera, e, finalmente, la meritata pensione. Domenica 31 dicembre il direttore sanitario Roberto Sfogliarini lascerà definitivamente il suo ruolo di dirigente all’ospedale di Crema. “Sono fiero di aver lavorato per oltre trent’anni anni in un’azienda come questa”. Era il 2 febbraio 1987 quando l’attuale direttore sanitario Roberto Sfogliarini timbrava il suo primo cartellino nell’allora Ussl Crema. “Ho lavorato fino al 1995 sul territorio e poi in ospedale. In 36 anni di lavoro ho visto l’ospedale cambiare volto, struttura, composizione senza mai venir meno alla mission prioritaria, quella della cura per i cittadini del suo territorio. Oggi mi resta la consapevolezza di aver potuto lavorare con grandi colleghi, professionisti, collaboratori cui va un enorme grazie. Voglio anche ringraziare per le opportunità che mi sono state date e dire grazie alla mia famiglia che mi ha dato modo di fare questo cammino. Spesso ho sottratto loro tempo ed attenzione. Ora è giunto il momento di recuperare”.
Tutt’uno con la comunità
La lunga carriera con il camice bianco “è stata una grande occasione: dal territorio, alla direzione medica, fino alla direzione sanitaria”. Laureato in medicina a Pavia nel 1985, ha conseguito la specialità in neurochirurgia prima e in igiene e medicina preventiva poi ed ha sempre lavorato a servizio del cremasco. “Un territorio, quello dove ho le mie radici, che ha sempre mostrato un grande attaccamento alla struttura ospedaliera. L’ospedale di Crema è un tutt’uno con la comunità, con la sua gente, un punto di riferimento per ciascuno. Una realtà che in questi anni abbiamo cercato di migliorare, rendendola garanzia di buona qualità e sicurezza nelle cure”.
L’esperienza del Covid
“In questi 30 anni fondamentale è stato il ruolo e la collaborazione con le associazioni per plasmare realmente una presa in carico efficace, rispondente alle esigenze dei cittadini”. Quella dell’integrazione tra ospedale e territorio, resta, però, una partita da giocare. “Un’eredità da accogliere, costruire e migliorare, per far sì che la casa diventi davvero primo luogo di cura. Abbiamo fatto nostre esperienze proficue proprio dalla pandemia, dove le persone venivano curate anche al domicilio. Chi verrà dopo potrà continuare nel solco tracciato, valorizzando anche le nuove strutture della sanità territoriale”. Sfogliarini guarda avanti, fiducioso, ma non può dimenticare “la drammatica esperienza che ci siamo trovati a vivere. Il Covid ha travolto le nostre certezze, portando con sé colleghi. Abbiamo, però, reagito in modo straordinario sia sotto il profilo umano che professionale. Il grazie, oggi, a distanza di anni, va ad ogni singola persona che si è impegnata, a chi ci ha consentito con l’hub vaccinale di rispondere prontamente”.
I nodi della modernità
Nel suo percorso ha visto affermarsi e consolidarsi tutte le specialità, dalla medicina d’urgenza, alla cardiologia, fino alla neurologia, all’ambito chirurgico, alla gastroenterologia e alle riabilitazioni per un ospedale che in questo tempo è raddoppiato, ispirandosi sempre all’orizzonte dell’umanizzazione. Nuovi orizzonti potranno riguardare anche “lo sviluppo di terapie e cure d’avanguardia, con un’attività orientata alla ricerca clinica”. In linea con quanto avviene a livello nazionale, “la maggiore criticità riguarda il reperimento di risorse umane”. Infine, un forte grazie a ”chi ha diretto in questi anni insieme a me l’azienda, un privilegio aver avuto questi compagni di viaggio”.