“E' una risposta professionale ai bisogni e alle fragilità in continuo aumento e evoluzione sul territorio”. Il commento sulla nuova comunità terapeutica diurna per giovani sotto i 21 anni con problemi di tossicodipendenza, inaugurata questa mattina a Treviglio, è stato unanime da parte di tutte le personalità presenti al taglio del nastro della nuova struttura di via Veneto 44.
Il nuovo complesso
Il nuovo servizio è stato avviato dall'Aga, associazione genitori antidroga, in un complesso dove la comunità lavorerà in collaborazione con lo Smi, servizio multidisciplinare integrato. Questo servizio, che segue a livello ambulatoriale persone con vari tipi di dipendenze patologiche, sarà trasferito a Treviglio da Pontirolo, dove fino ad ora è stato attivo a fianco della comunità residenziale dell'associazione: “Grazie a questa integrazione - ha sostenuto il presidente dell'Aga Enrico Coppola- i giovani che saranno presi in carico dalla comunità potranno essere seguiti sia a livello terapeutico che sanitario: un binomio che rende unica questa nuova realtà”.
Il taglio del nastro
La valenza sociale del progetto è attestata anche dall'importanza degli ospiti che hanno preso parte all’inaugurazione: sono stati presenti il direttore generale dell'Asl di Bergamo Mara Azzi, il deputato del Pd Elena Carnevali membro della commissione Affari sociali della Camera, il senatore della Lega Nord Giacomo Stucchi, presidente del Copasir, l'assessore regionale alle Infrastrutture e mobilità Alessandro Sorte, Augusto Baruffi, presidente della fondazione Anni Sereni e il sindaco di Treviglio Giuseppe Pezzoni.
Lo smi
L'attività della comunità diurna sarà supportata dallo smi (servizio multidisciplinare intergrato) dell'associazione segue, a livello ambulatoriale, persone con dipendenze patologiche da droga, alcol e gioco d'azzardo. Nel 2014 l’Aga è arrivata a seguire 753 persone. “Affinché raggiungano un pieno recupero - ha concluso il presidente Coppola - per i giovani e adolescenti con problemi di tossicodipendenza è sempre più necessario un percorso terapeutico dedicato. C'è anche un scopo preventivo da dover perseguire dovuto al fatto che chi inizia a consumare droga sotto i 21 anni, solitamente sperimenta uno spaccio di piccole dimensioni, finendo per coinvolgere in media altri 50 coetanei”.