Cambia la forma, ma non la sostanza. Anffas Crema intende proseguire speditamente nella difesa dei diritti delle persone con disabilità, continuando ad erogare servizi indispensabili per il benessere loro e delle loro famiglie. Alla luce della riforma del terzo settore, sorta con l'obiettivo di un riordino ed una semplificazione della normativa esistente, ed in linea con le direttive di Anffas nazionale la sezione cremasca, come da decisione del direttivo siglata lo scorso 24 aprile, si trasforma in una fondazione, la Fondazione Alba Anffas Crema e dà vita ad un'associazione di promozione sociale costituita ex novo, denominata Anffas Crema aps. La fondazione si occuperà della gestione dei servizi con una forte vocazione all'imprenditoria sociale, mentre l'associazione continuerà l'attività di promozione valoriale. “I valori che hanno contraddistinto 50 anni di storia non cambieranno” spiega Daniela Martinenghi, ora presidente della nuova aps. “Cambia il contenitore, non il contenuto” le fa eco Andrea Venturini. “E' una modifica necessaria, a fronte dell'evoluzione dei tempi, per continuare a stare accanto alle famiglie e alle persone con disabilità nel miglior modo possibile”.
Nuovi legami
A capo della fondazione vi è Paolo Marchesi, figlio della prima presidente di Anffas Crema Alba Toscani Marchesi. Vicepresidente è Daniela Martinenghi “a dimostrazione di quanto le due realtà siano legate tra loro”. Con lei sono presenti altri membri del direttivo dell'aps e altri tre tecnici per un totale di 7 componenti. Per Marchesi: “questa è semplicemente una nuova veste più adeguata ai tempi attuali”. Anffas si è sdoppiata, ma è unita negli intenti: “le famiglie sono sempre state coinvolte in questa decisione, abbiamo spiegato loro che è un modo per esserci al meglio” precisa Martinenghi. Ora siamo in attesa di poter festeggiare tutti insieme i nostri primi 50 anni di storia”.
Io abito
Di certo un traguardo è stato raggiunto: Io Abito, il progetto di vita indipendente è finalmente partito. “Nella casa di nostra proprietà, abbellita secondo i desideri dei ragazzi, ora abitano due persone”. Può ospitarne fino a 5 con disabilità plurime. “È un percorso di accompagnamento e di consolidamento delle autonomie, questi ragazzi non saranno mai soli”. Al contrario, "il progetto viene costruito insieme a loro". "In questi 50 anni - chiude Martinenghi - siamo cresciuti insieme alle famiglie e al territorio cremasco che ci ha sempre fatto sentire accolti. Insieme abbiamo capito che la disabilità non è un fatto privato: riguarda tutti". Ora l'avventura deve continuare "con il sostegno di tutti".