27-01-2025 ore 19:26 | Rubriche - Costume e società
di Annamaria Carioni

Suggestioni romane nel tempo del Giubileo, tra fede e cultura: saper comunicare la speranza

Roma, caput mundi. Roma, città eterna. Roma, culla dell'umanità. Sono frasi fatte? Per nulla. Nella capitale si respirano i fasti di un passato, che continua a mostrare la sua bellezza nei monumenti, ad affascinare l'animo umano e ad interrogare la modernità. Il tempo del Giubileo aggiunge alla città di Romolo e Remo ulteriore fascino e significato, rendendola meta eletta non solo dai turisti, ma anche da numerosi gruppi di pellegrini, provenienti da tutto il mondo.

 

Il Giubileo della speranza

Dopo l'apertura della Porta santa della basilica di San Pietro il 24 dicembre scorso, il primo grande appuntamento è con le tre giornate dedicate agli operatori del mondo della comunicazione. Nel corso del 2025 si susseguiranno altre "chiamate": operatori di giustizia e Forze armate, artisti, mondo del volontariato, operatori della sanità ed ammalati, adolescenti e giovani, missionari e catechisti, migranti, lavoratori e imprenditori, governanti, rappresentanti del clero e molte altre categorie per concludere a fine anno con i poveri e i detenuti.

 

Iubilaeum 2025

Imponente è la macchina di volontari e di operatori, messa in atto dalla Santa sede per il fitto calendario di attività, celebrazioni religiose e momenti di preghiera, convegni ed eventi: molti di loro sono giovani e sono ammirevoli la disponibilità e l'impegno, con cui si mettono al servizio dei "pellegrini di speranza": il colore verde degli zaini e dei giubbotti spicca nei luoghi deputati all'accoglienza, come in via della Conciliazione, dove è stato allestito l'InfoPoint, luogo nevralgico di coordinamento. Questi ragazzi e queste ragazze sorridenti, infaticabili ed entusiasti sono la speranza che si fa carne. A Roma sono attesi 32 milioni di fedeli, che saranno assistiti anche dagli oltre 50 mila volontari di Protezione civile, sotto la direzione del dipartimento di Roma Capitale.

 

Il mondo della comunicazione 

Il cosiddetto Giubileo dei giornalisti ha aperto le danze: accorsi a Roma da 138 paesi, i comunicatori sia della carta stampata che delle testate online, accanto alle altre figure che, a vario titolo, si occupano di comunicazione, si sono radunati nell'arcibasilica papale di San Giovanni in Laterano, dove venerdì 24 gennaio hanno preso parte alla funzione penitenziale e alla messa in sette lingue, presiedute dal cardinale Baldassare Reina

 

Disarmare la comunicazione 

Durante la celebrazione più volte è stato richiamato il messaggio di Papa Francesco per la cinquantanovesima giornata mondiale delle comunicazioni sociali. In questo breve testo, Sua Santità ha ricordato che "troppo spesso oggi la comunicazione non genera speranza, ma paura e disperazione, pregiudizio e rancore fanatismo e addirittura odio" e ha aggiunto che "troppe volte essa semplifica la realtà per suscitare reazioni istintive, usa la parola come una lama, si serve di informazioni false o deformate ad arte per lanciare messaggi destinati ad eccitare gli animi, a provocare, a ferire". 

 

Non dimenticare il cuore 

In questa prima giornata dedicata al mondo dell'informazione il Papa non ha perso occasione di rivolgere accorati inviti ai giornalisti: "Vi incoraggio a scoprire e raccontare le tante storie di bene nascoste fra le pieghe della cronaca, a imitare i cercatori d'oro, che setacciano instancabilmente la sabbia alla ricerca di una minuscola pepita. È bello trovare questi semi di speranza e farli conoscere".

 

Speranza e coraggio 

Il mondo della comunicazione non può sottrarsi alle sfide che la diffusione dei mass media e delle tecnologie di informazione continuano a lanciare: la dispersione dell'attenzione, il superficiale esercizio delle capacità critiche, le logiche di mercato  e di marketing, i sistemi e le piattaforme digitali, che necessitano di più precise regolamentazioni e molte altre questioni sono le tematiche di un dibattito, che non si esaurisce di certo nella tre giorni romana.

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