26-03-2020 ore 20:48 | Rubriche - Costume e società
di Gloria Giavaldi

Covid-19. Eleonora Petrò: 'Restate in casa, perché la mia vita è nelle vostre mani'

“Non ce la faccio proprio a capire quanto possa essere più importante un aperitivo, una serata in discoteca, un giro in centro dopo cena, della vita non solo delle altre persone, di cui probabilmente non ve ne frega niente, non solo dei più deboli, dei quali ignorate l'esistenza, ma anche dei vostri cari, perché non vi rendete conto che mettete a rischio per primi proprio loro che vi stanno spesso accanto”. Era il 9 marzo, quando Eleonora Petrò, ventisettenne residente ad Offanengo, affidava al suo profilo Facebook uno sfogo pieno di rabbia e verità per provare a “sensibilizzare. A far comprendere che, ora più che mai, la mia vita è nelle mani degli altri”. Di tutti gli altri. Anche di coloro che aggirano le regole per continuare a vivere la loro normalità, nonostante l’emergenza.

 

Il menefreghismo uccide

Era il 9 marzo. Da quel giorno nulla è cambiato. “Soffro di una patologia autoimmune, per la quale necessito periodicamente della somministrazione di un farmaco. I trattamenti, però, vista la situazione di emergenza sanitaria, sono stati sospesi fino ad aprile. Vivo con dolori cronici e con la paura che le persone continuino a non capire che ci sono vite che dipendono da loro. Dalla loro ignoranza, dal loro menefreghismo o dal loro egocentrismo. Finché la gente continuerà a pensare solo a se stessa la mia qualità di vita non migliorerà”.

 

L’amore per i libri

Le sue giornate sono tutte uguali. Non dall’inizio della quarantena, ma dall’inizio della malattia. “Combatto il dolore quotidianamente, ho una vita passiva e mi dedico alla lettura”. Eleonora ama l’arte e le parole. “I libri sono il mio rifugio da sempre”. Dai saggi ai romanzi, fino agli audiolibri. “Quando sono stanca, gli audiolibri sono una valida alternativa”. Per continuare a viaggiare. Almeno con la mente. “Fuori dalla finestra vedo solo gente che se infischia, portando i nipotini al parco o andando al supermercato come fosse un passatempo”.

 

Non siete immuni”

Non resta, quindi, che partire con il pensiero e coltivare empatia, grazie alle parole. “Le parole salvano. Ma devono essere ascoltate”. Non basta sentirle, bisogna farle proprie. “Le regole esistono per essere rispettate. Usate l’empatia, ponetevi domande ed interessatevi all’altro. State a casa, riscoprite passioni, fatelo per voi stessi e per gli altri. Non siete invincibili, non siete immuni. Non siete supereroi”. Siamo uomini, fragili, imperfetti, tenaci e coraggiosi. Tutti. Insieme.

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