26-01-2015 ore 17:00 | Rubriche - Fuori dal coro
di Ramon Lombardi

“Rubby l’ho inventato io”, quando il cronista rivendica la paternità del mostro

L’ultima puntata di Historia et Imago Cremae, la rubrica scritta da Luigi Dossena in esclusiva per Cremaonline, riguardo a Rubby, il famoso mostro di Rubbiano, ha riscosso tra i lettori un notevole successo, non passando inosservata a Pier Giorgio Ruggeri il cronista che allora narrò gli eventi. “Carissimi – scrive in una Ruggeri - leggo l'incredibile revisione storica fatta dal buon Gigi Dossena sul mostro di Rubbiano, dove scrive: bastò solo che un giornalista locale accennasse in un trafiletto “l'avvistamento di una creatura di 50 centimetri di circonferenza...”. Capisco che Dossena sia molto preso dal suo delirio storico, peraltro quasi sempre ben documentato e raccontato, ma in questo caso mi spiace, ma non è così. Voglio ribadire che il mostro di Rubbiano l'ho inventato io con sette articoli finiti sulla Provincia, giornale al quale corrispondevo nel 1978”

 

Un luglio infuocato

“E, in quel luglio 1978, la Provincia esaurì le copie in edicole per sette volte, fatto mai più accaduto. Anche il nome Rubby è stato inventato da me, per fare il verso a Nessy. La notizia e gli articoli fecero gran scalpore in quel mese. Molti giornali nazionali mi chiamarono per avere ragguagli e dritte e in parecchi mandarono inviati per cercare di scoprire che cosa ci fosse dietro a Rubby. Fu un luglio infuocato, pieno di curiosità. Per seguire la vicenda e inviare gli articoli, allora c'era il fuorisacco, arrivai persino in ritardo al matrimonio di mia sorella (ero il testimone)”.

 

Storia che rimase nel cuore delle persone

“La storia sarebbe potuta andare avanti per tutta l'estate, ma il 23 luglio ricevetti la cartolina precetto: dove presentarmi a Cesano di Roma per il giorno seguente. Ero stato accettato al corso ufficiali. Con quella  cartolina finì la storia di Rubby, che però è rimasta nel cuore di tante persone. E anche per me è sempre un bel ricordo, tanto che ancora oggi qualcuno mi ferma e mi chiede conto di quella incredibile avventura. Nella ricostruzione che Dossena fa ci sono alcuni particolari errati, come la ricostruzione della donnona che testimoniava del mostro. Non è così, andate a rivedere gli articoli e troverete la vera storia di questa donna. Mi dispiace per Dossena, ma non è possibile scippare i ricordi ai proprietari. Per questo chiedo più onestà intellettuale. Senza polemica, ma quel che è mio, è mio”.

 

Leggenda campagnola

Con dovuta deferenza, diamo a Pier Giorgio quel che è di Pier Giorgio, visto che da arcinoto cronista di razza, attuale collaboratore di CremaOggi e corrispondente locale de Il Giorno, rivendica con la consueta educazione la paternità di cotanta invenzione. Chiaramente "il buon" Luigi Dossena, "Gigi" solo per i lontani amici, non ha promosso alcuna "revisione storica", dato che di storico, in questo caso, non ce ne voglia, ma esiste ben poco: sfortunatamente per gli adepti del misterioso scoop, di leggenda campagnola si tratta. Per quanto riguarda le vendite ed i "supposti record" del quotidiano La Provincia rimandiamo a fonti ben più accreditate; infine, per la quantificazione del grado e soprattutto dell'appartenenza al citato "delirio storico", lasciamo ai posteri l'ardua sentenza. L'unica certezza è che nel Cremasco, "il mostro fa sempre notizia", per vero o inventato che sia. In fin dei conti tra draghi, lupi, pantegane e pantere, non resta che scegliere. Venghino, signori...

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