25-12-2019 ore 16:24 | Rubriche - Costume e società
di Gloria Giavaldi

Patrizia Spadaccini, tutta la vita dedicata allo sport per tutti, perché ‘diversità è ricchezza’

La diversità è ricchezza. Lo ha capito subito Patrizia Spadaccini, ciclista e sportiva appassionata che ha scelto di dedicarsi all’altro sport. Quello che si pratica all’insegna degli abbracci, dei sorrisi e delle vittorie quotidiane. Quello che conosce la differenza e, per questo, la valorizza e la rispetta. “Lo sport – spiega con gli occhi lucidi - sprona a fare sempre meglio. O forse aiuta a scoprire il meglio che c’è in ognuno di noi”.

 

Il miracolo dello sport

Sorriso stampato, pallone tra i piedi, grinta da vendere, al centro giovanile San Luigi Patrizia Spadaccini è pronta per l’allenamento settimanale. Non uno qualsiasi, quello con la Nazionale Solidale, formazione mista, targata Ac Crema 1908, composta da ragazzi con varie disabilità intellettive e relazionali. “Dopo una vita dedicata alla pratica sportiva, allenare i “diversi” è un modo per apprezzare chi è meglio di noi”. Per dare una forma tutta nuova all’amicizia, al rispetto, alla fiducia, agli obiettivi, lasciando le paure nello spogliatoio. “Io in campo non vedo solo atleti. Ma anche uomini e donne che si abbracciano, si aspettano e si rispettano. Questo è il vero miracolo dello sport”. Di quello sport che attraversa le vite e la quotidianità ed insegna ad amare. “Dedicarsi agli altri non è un dovere, è una scelta. È piantare un seme ed assumersi il rischio di raccoglierne i frutti”. È un allenamento, che Patrizia sostiene da tempo. “Da piccola accompagnavo mamma a fare assistenza agli anziani. Da lì non ho mai perso il desiderio di stare dalla parte dei “diversi”.

 

La sfida della Nazionale solidale

Poi alza lo sguardo e vede la sua squadra schierata, che attende solo il fischio d’inizio. Il tempo sembra fermarsi. In campo non esistono sindromi, difficoltà, limiti. In campo, vincono il divertimento e la voglia di vivere. “Questi ragazzi sono tutti diversi, ma sanno generare armonia”. Sanno collaborare per raggiungere insieme un obiettivo. “Il progetto è nato circa quattro anni fa, a partire da un piccolo gruppo che si era creato a Rivolta d’Adda. Nel tempo, le adesioni sono aumentate e quest’anno la squadra è stata tesserata al Csi. Ora sono in programma vari tornei, per i quali dobbiamo allenarci”. Detto, fatto. La fase di riscaldamento ha avuto inizio. “La seduta di allenamento è analoga a quella di qualunque altra squadra. Svolgiamo esercizi tecnici, poi, ultimata la fase di riscaldamento, giochiamo. A volte introduco qualche novità per spronare i giocatori ad alzare l’asticella. Del resto, sono atleti veri”. Oltre che uomini e donne che vincono sempre, salutandosi con un abbraccio nel quale perdersi e poi ritrovarsi.

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