25-11-2020 ore 17:25 | Rubriche - Fatto di ambiente
di Alvaro Dellera

Covid19 e visoni. L'ordinanza, i manifesti a Capergnanica e le rassicurazioni del sindaco

'Neovison vison' è il nome scientifico del visone americano, allevato nel mondo per fornire, da morto, pelli pregiate all’industria delle pellicce che serve prevalentemente i ricchi mercati americani, asiatici, scandinavi e russi. Le foto mostrano un esemplare fuggito da un allevamento in cattività della zona, che ha trovato riparo nelle campagne cremasche. In libertà questi animali, della specie Mustelidi (come gli ermellini e le donnole), essendo carnivori non riescono a sopravvivere più di una decina di giorni in quanto non più in grado di procacciare il cibo da soli. Diversamente, le nutrie, allevate decenni fa per lo steso scopo ma erbivore, si sono adattate con facilità al nostri variegati ambienti.

 

La situazione sul territorio

Nel cremasco gli allevamenti intensivi di visoni sono al momento tre. La nuova ordinanza del ministro Speranza ne blocca l’attività ed il commercio a causa di focolai di Coronavirus che si sono scoperti in Danimarca, in Polonia ed in altri paesi europei. Anche in Italia resta alto l’allarme. Il rischio è che qualche allevatore, temendo la trasmissione del virus, si liberi incautamente di soggetti Covid positivi, prima che ogni decisione sanitaria di abbattimento sia stata presa.

 

Manifesti a Capergnanica

Come spiega il sindaco Alex Severgnini “è veramente scorretto affiggere manifesti dove si cerca di scatenare il panico per perseguire un’azione volta alla sensibilizzazione sul tema degli allevamenti intensivi degli animali da pelliccia. Al di là degli aspetti etici, morali, ambientali che possono portare una persona a non condividere le scelte di alcuni imprenditori del territorio non si dovrebbe, in un clima già abbastanza incandescente, gettare benzina sul fuoco con una campagna cosi aggressiva quanto fuorviante. Come autorità sanitaria sono costantemente in contatto con Ats Valpadana la quale durante tutte le interlocuzioni mi ha sempre confermato che l’allevamento è sotto la loro diretta sorveglianza e l’inesistenza di particolari criticità da segnalare”.

 

A circuito chiuso

“Posso inoltre aggiungere che l’attività in questione è un allevamento a circuito chiuso e gli unici animali in entrata sul territorio appartenenti a quella specie sono stati i capi arrivati nel 2014 quando l’azienda Master ha avviato l’attività. Vorrei anche che questa associazione capisse che non è l’ordinanza del sindaco a poter chiudere questo tipo di attività, inquadrata come agricola, ma solo un’azione dei Ministeri competenti. I sindaci intervengono con ordinanze proprie in situazioni di comprovata emergenza o pericolo a tutela della salute pubblica. Ai cittadini posso invece dire che la salita dei contagi può essere rallentata solo con comportamenti responsabili e maturi, rispettosi delle norme contenute nell’ordinanza regionale in vigore e nel Dpcm”.

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