“A distanza di un anno ho accompagnato Letizia all'esame di terza media, dopo che lei mi aveva sostenuto durante l'esame di maturità. Non avrei potuto fare scelta diversa: lei è la persona che mi trasmette più calma in assoluto. Avevo bisogno di un pilastro, del mio pilastro in quel momento. Quando mi ha chiesto di fare lo stesso per il suo esame è stato un colpo al cuore. O forse, semplicemente, la conferma di ciò che siamo insieme”. Gaia e Letizia Bombelli siedono una accanto all'altra, strette in un abbraccio. “Gaia mi ha aiutata tanto nei pomeriggi di studio, come nelle pause, scandite da un gelato al cioccolato e meringata e uno alla fragola e Rocher” sembra risponderle Letizia. “In poche parole Gaia è mia sorella, è la mia gioia, la mia migliore amica”.
'Ne vale sempre la pena'
Sono simili, Gaia e Letizia, ma adorano esplorare la differenza, abbracciando la sindrome di Down. “Quando Letizia è arrivata nella mia vita ero piena di dubbi. Non capivo se capiva”. Poi ha capito: “da quel momento ho sempre fatto scudo, ho sempre cercato di proteggerla dall'esterno. Ché di ignoranza e di cattiveria in giro ce ne sono ancora troppe. Si fatica a capire che le parole hanno un peso e possono far male”. Si fatica a dare un valore alle ferite altrui. “Di questo ho paura”. Anche andare oltre alle apparenze è faticoso. “Letizia mi ha insegnato a non fermarmi alla superficie, ad ascoltare e rivolgere all'altro uno sguardo empatico. Ne vale sempre la pena”.
'Io ci sarò sempre'
“Le ho anche insegnato a mangiare. Quando sono nata io Gaia mangiava solo la pasta al sugo. Ora va meglio e, dopo un'iniziale resistenza, ha imparato a mangiare anche il sushi. Poi sia chiaro: non la ascolto mai, ma le voglio molto bene”. Gaia “è famiglia”, fa parte della casa come luogo sicuro e di unione. “È questo il titolo della mia tesina di terza media”, un viaggio tra la storia, il diritto, la geografia, l'inglese, il francese, la musica e l'italiano per dire che accanto alle persone giuste ci si sente sempre al sicuro. “Voglio trasmettere a Letizia- riprende Gaia – la certezza che io ci sarò sempre: siamo importanti l'una per l'altra”.
'Siamo diverse'
Lo ha fatto anche tenendo tra le mani insieme a lei la tesina. Quella che ora è segregata nel cassetto. L'esame di terza media per Letizia è solo un ricordo. Vivo, ma “ora c'è l'estate. La mia giornata tipo? Mi sveglierò alle 12 e mi rilasserò tantissimo”. Letizia a breve partirà per il mare. “L'uscita da scuola è stata una liberazione. E sì, un po' mi sono emozionata, ma solo fuori, insieme alla mia famiglia. È stato un anno duro, ora voglio godermi il sole e il mare”. In effetti, la Sardegna è davvero ad un passo. “Parto sabato, senza la mamma”. Con la mente è già in spiaggia, ma Gaia è lì con lei. “Da piccola sono stata un po' gelosa” ammette. “Le sue terapie mi toglievano del tempo. Ora so che siamo diverse”. “Io, ad esempio – riprende Letizia – sono disordinata” e sorride sempre. “Lei è permalosa”. “Letizia, invece – ribatte Gaia – non sta zitta un secondo ed ama stare al centro dell'attenzione”.
'La nostra normalità'
Sono diverse, ma insieme, pur a volte inciampando “o litigando”, continuano a camminare. “Del futuro prossimo ho paura, ma non troppa. So che i miei genitori faranno la scelta giusta come sempre”. Riguardo alla tematica del Dopo di noi, “so che voglio esserci nella sua vita, voglio starle accanto. Non potrà essere diversamente: sono sua sorella. Non potrei mai immaginarmi una vita senza Lety: per me lei è parte della nostra normalità”. Alternativa, piena di sorrisi e di lacrime che durano il tempo di un abbraccio, “semplicemente nostra”.