25-05-2024 ore 15:22 | Rubriche - Musica
di Matteo Raise

Felicitazioni a Sesto san Giovanni. Al Carroponte l’estasi dei nove mila per i CCCP Fedeli alla linea

Ve lo confesso: se mi aveste detto che nel 2024 mi sarei trovato a recensire un concerto dei CCCP - Fedeli alla linea probabilmente vi avrei detto di cambiare pusher. Eppure eccoci qua, alla seconda data del tour del quarantennale, che ha toccato la Stalingrado d’Italia, come ribattezzata dai promoter (aka Sesto San Giovanni) lo scorso 23 maggio. Circa 9000 i presenti.

 

Fedeli alla lira? 
Un tour commemorativo iniziato fra mille contraddizioni, le stesse peraltro che hanno sempre caratterizzato la vita del gruppo e la coscienza pubblica di Giovanni Lindo Ferretti, punk d’attitudine e provocatore nato. Ma della politica non mi interessa qua e non faccio parte di quel nutrito gruppo che vede GLF alla stregua dell* stronz* che ci ha spezzato il cuore illudendoci e che ha buttato nel cesso gli ideali di una generazione. Non potete davvero pretendere che una persona si faccia carico dei vostri ricordi di gioventù no? A chi li accusa di aver lucrato su questo loro quarantennale, avreste davvero fatto qualcosa di diverso? Dall’alto di quale trono vi investite della virtuosità di giudicarli?


A cuor contento?
Ho visto GLF una sola volta in concerto, nel 2017. Per ovvia età anagrafica non ho mai visto dal vivo i CCCP o la loro versione post crollo del Muro di Berlino, i CSI. E non sono ipocrita, lo sarò su altro ma non su questo, sono stato felice di questa opportunità. Perché reputo i CCCP il miglior gruppo italiano di sempre. Originali, completamente estranei alle sonorità italiane dell’epoca, creatori di un suono nuovo (in un certo qual modo, essendosi formati a Berlino, li trovo come attitudine molto simili agli Einsturzende Neubauten….cercateli son figherrimi) e antesignani di un modo di scrivere testi che prima di loro non esisteva e che ha forgiato le miriadi di band che si sono poi susseguite nel ventennio d’oro dell’alternative italiano.
 


Mi ami?
Detto questo: come è stato il concerto? Oltre ogni rosea aspettativa. 2 ore e 30 minuti tiratissimi, senza sosta, per quasi 30 canzoni. La resa vocale di GLF è stata grandiosa (e certe loro canzoni sono davvero difficili a livello vocale), la chitarra di Zamboni tagliente al punto giusto, Fatur che fa Fatur e Annarella…beh io la amo. Curami, Emilia Paranoica, Spara Juri, Annarella, Amandoti, Mi Ami?, Morire e così via una dietro l’altra. Chi pensava di trovarsi davanti un branco di dinosauri fuori dal tempo, è stato piacevolmente deluso, perché sembrava non si fossero mai sciolti. E fa quasi paura come certe canzoni risultino quasi più attuali ora di quando sono state scritte. È stata una giusta e doverosa celebrazione, di quello che erano e di quello che non devono più essere. Del resto m’importa ‘na sega.

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