Una presa in carico completa che spazia dalla disintossicazione al reinserimento socio- lavorativo e multidisciplinare. È questo il modello presentato oggi in conferenza stampa e proprio dell'unità operativa di riabilitazione alle dipendenze con sede nel presidio ospedaliero di Rivolta d'Adda. Ad introdurlo il responsabile Paolo Marzorati, in compagnia del direttore generale di Asst Crema, Germano Pellegata, il direttore sociosanitario Piermauro Sala, il direttore del dipartimento di prevenzione e scienze riabilitative, Giuseppe La Piana, Claudio Maffini, direttore del dipartimento di salute mentale e delle dipendenze e Angela Cominelli, in rappresentanza del servizio dipendenze Serd, diretto da Antonio Prete. “Il trattamento delle dipendenze è complesso e richiede un approccio multidisciplinare”. Non può ridursi alla componente sanitaria: “al contrario la cura è un percorso riabilitativo a forte impronta psicoeducativa”. Al fine di contrastare un fenomeno variegato ed eterogeneo che colpisce in larga misura i giovani è richiesta “una buona integrazione tra varie competenze e professionisti che spaziano dalla psichiatria, alla riabilitazione alle dipendenze, passando per la medicina interna”.
Moduli diversi
La struttura di Rivolta d'Adda intende trattare il disturbo da alcool, le dipende da sostanze e dal gioco d'azzardo proponendo tre step, per lo più caratterizzati da approcci psicoeducativi e sociali intensivi ed autonomizzati. “Il modello si compone di tre moduli: il primo, in continuità con l'attività posta in essere fino ad ora, è quello ospedaliero, presso il presidio Santa Marta”. Viene assicurato un trattamento riabilitativo ad alta intensità con particolare attenzione anche alla sfera familiare. In struttura sono presenti 15 posti di degenza e 3 per attività ambulatoriale diurna complessa. “Il secondo step intende rinsaldare il legame con il territorio”. Si presenta come un modulo territoriale, rivolto a persone con disturbi lievi o moderati, proponendo interventi individuali e di gruppo”. Il terzo step “è chiamato residenziale. È un'esperienza finalizzata al reinserimento socio lavorativo di giovani dai 18 ai 35 anni, organizzata in appartamenti a Rivolta d'Adda”. Sono previsti 8 posti in residenzialità leggera accreditati in sei unità abitative. Il trattamento proposto è di tipo riabilitativo e non assistenziale, con il supporto di tre educatori. Il percorso viene suggerito a chi ha terminato con successo il modulo ospedaliero a Rivolta, “ma stiamo valutando di aprirlo anche ad esterni” spiega Pellegata.
Collaborare
Il progetto è innovativo. “E' un'iniziativa nella quale crediamo molto e che speriamo la Regione sostenga fino in fondo” riprende Marzorati. Punto cardine è senza dubbio l'integrazione tra diverse unità operative. Secondo La Piana è “un'occasione per sviluppare legami, senza far smarrire a ciascuno dei servizi la propria natura, ma per rispondere al meglio ai bisogni della comunità”. Sulla stessa linea d'onda il primario Maffini: “la collaborazione è resa possibile dal buonsenso degli operatori, ché dipendenze e salute mentale non sono dimensioni staccate ed isolate, al contrario spesso interconnesse”. Questo progetto è coraggioso, “mira alla collaborazione tra professionalità diverse in un contesto in cui mancano risorse (umane ndr). Basti pensare, a titolo esemplificativo, che in Lombardia nelle strutture pubbliche mancano circa 160 psichiatri”. Non va meglio per le risorse del comparto: “diventa sempre più complesso reperire infermieri e tecnici della riabilitazione psichiatrica”. “L'intento di Asst Crema – ha precisato Pellegata – è comunque quello di garantire una presa in carico a 360 gradi. Ché la fragilità non è mai isolata, non è mai una sola. Proponiamo un bagaglio terapeutico sia in struttura che per il territorio”.
Presst a Rivolta d'Adda
Quanto alle risorse di recente destinate al presidio di Rivolta d'Adda da Regione Lombardia: “si tratta di un milione e 400 mila euro destinato all' adeguamento normativo degli impianti tecnologici. La richiesta è quella di intervenire su una serie di impianti dell'area medicale, ammodernandoli. Ad ultimo, la notizia più fresca, esito di una riunione con Ats: a Rivolta d'Adda si farà una casa di comunità, meglio nota come presst. Si realizzerà in struttura e servirà il territorio. Su Crema, invece, si sta ancora ragionando.