24-03-2020 ore 11:30 | Rubriche - Costume e società
di Andrea Galvani

Coronavirus. Prende coscienza la città di Crema, silenziosa e profondamente ferita

Al tempo del coronavirus la città è ferita ma non sconfitta. Quello non sarà mai. Per le vie del centro s’incontrano pochissime persone. Qualcuno in bici, quasi tutti a piedi. Col solito passo svelto, lo sguardo distante. Il sorriso beffardo e appena accennato sotto queste mascherine azzurre e rosa. Gente impegnata a sbrigare le faccende quotidiane, a raggiungere una persona amata. In questi giorni non c’è tempo per specchiarsi in una vetrina. Chi è diretto al posto di lavoro lo fa senza indugiare. Non c’è il solito profumo del caffè della torrefazione. Le poche botteghe aperte sono indaffarate a preparare borse da consegnare a domicilio. Camion e auto sono sparite. Non sapessimo quante persone stanno soffrendo sarebbe un sogno. Crema sembra pervasa da un alone misterioso. O più semplicemente è la sua anima ad uscire, ad andare incontro alle persone. Tutti dobbiamo ricordarci di questa città che si è stretta agli affetti più cari, ha riscoperto quanto potere abbiano un abbraccio, una parola gentile, una risata, la solidarietà. Ha provato sulla sua pelle quanto la salute sia preziosa. Quando ci sveglieremo da questo incubo, frutto della nostra incoscienza, non si potrà più fingere. L’egoismo dovrà lasciare il posto alla responsabilità. Le cose dovranno cambiare.

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