24-01-2021 ore 20:30 | Rubriche - Costume e società
di Gloria Giavaldi

Bullismo in rete, 'oggi uno studente su otto è vittima. Necessaria l'educazione digitale'

Il bullismo non è un gioco. “Il cyberbullismo neppure”. I risultati di una ricerca effettuata dall'associazione Di.te. assieme a Skuola.net e allʼuniversità politecnica delle Marche, in occasione della quarta Giornata sulle dipendenze tecnologiche che si è celebrata lo scorso 28 novembre, mostrano che all'epoca della didattica a distanza uno studente su 8 è vittima di cyberbullismo. Su un campione di 3115 studenti di età compresa tra gli 11 e 19 anni il 77 per cento chiede di approfondire il tema dell'educazione digitale. La pandemia ha incentivato il fenomeno dell'autoisolamento giovanile e incrementato nei ragazzi l'incapacità ad immaginare un futuro. In questo contesto “i giovani chiedono un limite per sentirsi maggiormente protetti”. Questo il quadro tracciato dalla psicoterapeuta Valentina Stragliati durante l'incontro online organizzato dalla Lega giovani e moderato dal responsabile del dipartimento scuole Christian Colombo per approfondire cause e conseguenze di un fenomeno che si infila nelle vite dei ragazzi. Prima le sfiora, poi le avvolge, infine le cambia. Radicalmente.

 

Bullismo in rete

Il Covid ha peggiorato una situazione già di per sé meritevole d'attenzione. “Tutto ciò che facciamo in rete può avere delle conseguenze sulla nostra vita reale”. La rete non rende più liberi “anche se questa è la percezione avuta dai perpetuatori, che vessano, offendono la vittima per connotati fisici o caratteriali” spiega Stragliati. Il cyberbullismo non è un problema di pochi. Riguarda tutti. “Tra gli utenti Microsoft a livello mondiale, circa il 37 per cento dei giovani tra gli 8 e i 17 anni ha riportato di essere stato vittima di cyberbullismo, mentre il 24 per cento riferisce di essere stato tra i perpetuatori”. Secondo una ricerca svolta dalla Società italiana di pediatria preventiva e sociale nel 2020oltre il 50 per cento dei ragazzi tra gli 11 e 17 anni ha subito episodi di bullismo e tra chi utilizza quotidianamente il cellulare (85,8 per cento) il 22,2 per cento riferisce di essere stato vittima di cyberbullismo”. Oggi i giovani “chiedono un limite per sentirsi maggiormente protetti”. Necessaria e fondamentale si rivela la comunicazione con gli adulti di riferimento. “I genitori svolgono un ruolo importante: bisogna coltivare empatia”.

 

Le conseguenze

Il quadro delle conseguenze date dal bullismo è tanto chiaro, quanto preoccupante: ansia, depressione e, nei casi più estremi, il suicidio. “Il bullismo è un trauma: si manifestano i sintomi del disturbo post traumatico da stress. Gli effetti possono manifestarsi anche in età adulta”. Si può fare qualcosa. Anzi, è necessario: “si deve attuare un intervento di supporto focalizzato sull'individuo” combinato ad interventi sistematici che agiscono sul pregiudizio sociale per motivi etnici o legati a condizioni di disabilità fino al contesto vissuto dalla persona, dalla scuola alla famiglia. “È utile agire sui gruppi classe e pensare ad interventi di educazione digitale, tanto per i giovani, quanto per i genitori”. Secondo l'avvocato Giorgia Venerandi, membro dell'Osservatorio nazionale su bullismo e disagio giovanile: “bisogna costruire nei ragazzi la consapevolezza della rete per fare in modo che diventi un posto piacevole per tutti”. Perché “la rete non è una cosa, ma un luogo nel quale i ragazzi devono sentirsi protetti”. Il cyberbullismo è disciplinato dalla legge 71 del 2017. Non è prevista ad oggi una fattispecie autonoma di reato. “Tra i reati più frequenti connessi al fenomeno troviamo la diffamazione aggravata, lo stalking, la detenzione di materiale pedopornografico, la diffusione di materiale pedopornografico, la sostituzione di persona”. La legge 71 introduce due strumenti per contrastare il fenomeno: l'istanza di oscuramento del sito dove è collocato il contenuto lesivo e l'ammonimento del questore. Per la Venerandi questa è “una legge pioneristica”, ma “sul tema resta molto da fare”.

 

Educazione civica e digitale

Da questo punto di vista, “un importante contributo è stato dato dalla legge 92 del 2019 che ha previsto il reinserimento dell'educazione civica in tutte le scuole di ogni ordine e grado”. É stata approvata “all'esito di una lunga battaglia delle forze di centrodestra” spiega la senatrice Valeria Alessandrini, membro della commissione istruzione. “Mira a combattere i rischi che possono minare il benessere psicofisico degli allievi, a migliorare l'inclusione dei soggetti fragili e a proteggere se stessi e gli altri, donando una nuova consapevolezza”. Peraltro “tra le conquiste ricordo l'emendamento proposto dal centrodestra ed approvato al Ddl bilancio che prevede lo stanziamento di 3 milioni per la lotta a bullismo, cyberbullismo per il triennio 2020-22”. La deputata Claudia Gobbato, membro della commissione infanzia e adolescenza ha tirato le fila rispetto al lavoro fatto. “In commissione abbiamo lavorato duramente per un anno. Abbiamo svolto un'indagine conoscitiva sul tema. Abbiamo incontrato esperti per informarci al meglio perché tematiche così delicate richiedono consapevolezza”. Tre per la Gobbato i punti sui quali agire: “prevenzione, protezione e punizione”. Risulta opportuno anche “responsabilizzare maggiormente i genitori, oltre che la scuola. La rete è un luogo sconfinato per il quale “bisogna pensare ad efficaci strumenti di controllo”. Tra le più recenti conquiste da questo punto di vista spicca l'introduzione del reato di revenge porn, ossia la diffusione di immagini o video sessualmente espliciti. È un inizio per “tematiche di cui non bisogna mai stancarsi di parlare”. Perché, appunto, il bullismo, in ogni sua forma, “non è un gioco”.

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