Vivere ancora, il progetto di Cremaonline e Centro di ricerca Galmozzi dedicato a registrare le situazioni di fragilità personali e collettive nel territorio cremasco, è stata accolta a Casamica. Molto più di un semplice appartamento, è il regalo del papà di uno dei ragazzi che ci abitano: come dice il nome, consente a tre amici, Filippo, Alberto e Vittorio, di vivere in autonomia, sei giorni su sette. La straordinarietà è nel poterlo fare al di fuori del contesto familiare.
Dopo di noi
Il progetto si fonda sul principio di autodeterminazione e sulla legge 112 del 2016, per tutti la legge del Dopo di noi. In famiglia non è stato semplice accettare il distacco. Per i genitori non è stato semplice fare un passo indietro. Si vorrebbe avere i figli sempre sott’occhio, cercare di evitargli sofferenze. I timori sono molti. “Vorrei fare sempre tutto io – spiega Maria Grazia Brassini – ma non sarebbe giusto. Le difficoltà non mancano. Anche tra di loro. Perché hanno disabilità diverse. Ma devono imparare a prendersi le misure, a rispettarsi, a smussare gli angoli”. Crescere e nel limite del possibile, imparare a cavarsela da soli.
Nella società
Anche se il lavoro è ancora molto, nel corso degli anni le attività dell’Anffas hanno saputo “educare” il territorio cremasco. Incontrare persone con disabilità al bar o al supermercato “è diventato normale”, sintetizza la pedagogista Barbara Bergamaschi. Il nascondimento, la vergogna e soprattutto la logica del ‘poverino’ stanno lasciando posto all’accoglienza. Al rispetto. Lo sguardo sulla vita di Filippo, Alberto e Vittorio, "spesso molto semplice, senza sovrastrutture", preconcetti e stereotipi, insegna moltissimo: nella nostra società siamo troppo spesso valutati in base alla prestazione. E secondo parametri che non hanno nulla a che vedere col riconoscimento della propria peculiarità, della propria unicità. Per questo motivo “non c’è una vera accettazione, manca un vero inserimento a livello sociale” delle persone con disabilità. Le istituzioni e il welfare sono troppo spesso disattenti. Ragionano in termini economici, di produttività. Vengono meno a se stesse e alla loro funzione.
Il diritto
Dentro Casamica il concetto è ribaltato. S’impara che il tempo è relativo e l’attesa, il rispetto dei tempi di ciascuno è un valore che consente di instaurare rapporti più profondi. Più sinceri, più umani. I tre amici impongono una riflessione. E un cambio di passo. L’Art. 19 della Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità sancisce “il diritto di tutte le persone con disabilità a vivere nella società, con la stessa libertà di scelta delle altre persone”. Invita gli Stati membri ad adottare misure che consentano il pieno godimento di questo diritto, compresa la piena integrazione e partecipazione alla società. A Casamica ciascuno rispetta i propri compiti e si mette a disposizione degli altri. Contribuisce col proprio lavoro. Sveleremo un retroscena. Non solo la pizza, ma anche il caffè è buonissimo. Perché hanno un ingrediente segreto: l’amore puro. E tutti sanno che non si compra. Si può solo ricevere o donare. E come insegna sir Paul McCartney, in The end, un brano del disco Abbey road, nella vita "l'amore che ricevi è uguale all'amore che dai". Grazie Filippo, Alberto e Vittorio. Grazie davvero.