22-10-2024 ore 09:21 | Rubriche - Cremasco
di Elena De Maestri

Lettera aperta sulla mancanza di docenti nelle scuole cremasche a un mese dalla riapertura

“Gentile direttore, le scrivo questa lettera perché molti docenti (decine) non sono stati nominati (non mi riferisco a quelli con un contratto a tempo indeterminato, figuriamoci, ma a quelli precari) e quindi altrettante cattedre sono vuote (che significa molte classi senza docenti). Questo riguarda sia i docenti curricolari (della materia) che di sostegno. Addirittura avviene, nel caso specifico degli studenti e delle studentesse con disabilità, che essendo più degli insegnanti di sostegno semplicemente sono lasciati e lasciate sole. Peggio: le scuole, vittime pure loro della situazione, non hanno altra soluzione che quella di distrarre una quota delle ore di sostegno di un ragazzo verso quelli che non ne hanno. L’esito? E’ presto detto: i diritti di entrambi sono lesi e i ragazzi con disabilità pare quasi debbano contendersi il prof”.

 

‘Aprire le scuole a novembre’

“La scuola che, nelle parole di tutti, è ovviamente il luogo di formazione delle giovani sementi di questo paese, semplicemente viene spinta ad essere non il luogo dell’equità ma il posto dove le disparità della sorte vengono amplificate (avere o meno il prof non è certo un merito), non il luogo dove si insegnano i diritti e i doveri del cittadino di domani ma il posto dove i diritti vengono negati e i futuri cittadini abbandonati. Tutto questo nell’indifferenza dei vari assessori, consiglieri (locali o regionali), deputati, onorevoli, ministri e famiglie. Periodicamente si avanza l’ipotesi di aprire la scuola d’estate. A prescindere dal fatto che chiaramente chi si fa foriero di questa proposta non è mai stato in un edificio scolastico non dico in agosto ma nemmeno in giugno, io, alla luce dei fatti che ho provato sommariamente a raccontarle, mi sento, sommessamente, di immaginare di di aprirle a novembre queste scuole perché ad oggi, nella metà di ottobre superata, siamo ben lontani dal garantire un servizio vagamente decente, figuriamoci in luglio o agosto”.

1867