“Ritornare a Dio”. È questo l’invito del vescovo di Crema Daniele Gianotti nella lettera di inizio quaresima. “Ritorniamo a Dio: ne abbiamo bisogno prima di tutto noi, che ci diciamo credenti in Lui, e qualche volta rischiamo di fare di Dio un nostro possesso pacifico e tranquillo, piuttosto che Qualcuno che continuamente ci sorprende e ci propone di stabilire con Lui una relazione vivente, sempre rinnovata. Abbiamo bisogno di ritornare a Dio, per non correre il rischio di trasformare l’amicizia con Lui, dono del suo amore misericordioso e insieme esigente, in una serie di tradizioni religiose, di abitudini devozionali, di comportamenti che lo onorano con le labbra, mentre il nostro cuore rimane distante da Lui. Dio chiama a tornare a sé noi, che ci diciamo credenti, perché potremmo essere come il figlio che si perde, pur continuando a vivere nella casa del padre”.
Anniversario della guerra
“Il vescovo fa anche un riferimento alla guerra. “È naturale pensare che abbiano bisogno di tornare a Dio anzitutto quelli che lo disprezzano, quelli che lo ignorano, quelli che si prostrano alla moltitudine di idoli che la nostra società sa presentare con tanta forza di seduzione; hanno bisogno di tornare a Dio quelli che prosperano sul commercio delle armi, quelli che praticano ingiustizia e violenza, quelli che disprezzano i fratelli e abusano di loro, e sono responsabili di soprusi e ruberie, nei confronti del prossimo”. Il vescovo invita a pregare “per la conversione di tutti”. Chiede poi di guardare al povero. “Torniamo a Dio con l’elemosina, piegandoci sul volto del povero, quello che Dio ci fa incontrare, non quello che sembra a noi più gradevole o meritevole, per intravedere in lui la povertà di Dio stesso, che ci tende la mano e ci domanda misericordia. L’inizio della Quaresima anticipa di poco l’anniversario dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. Questo conflitto ci ha toccato più da vicino di altri, avviene in Europa, ha avuto e ha tuttora conseguenze economiche, umanitarie ed emotive che ci coinvolgono, ma, come dovremmo sempre ricordare, è solo una delle tante guerre che si combattono nel mondo”
Pasqua dono di vita pieno
Gianotti insiste molto sull’importanza della preghiera. “insistente e instancabile, che ci fa riconoscere la nostra impotenza a risolvere, con le nostre forze, le grandi sfide che abbiamo davanti. Tornare a Dio, nel cammino spirituale della Quaresima, è anche un’esperienza di Chiesa”. Esorta i fedeli a diventare “operatori di pace, affamati e assetati di giustizia per tutti, mai rassegnati alle ‘ragioni’ della violenza, della sopraffazione, della prevaricazione. Non ci spaventino fatiche, difficoltà, eventuali durezze di cuore, che sperimentiamo in noi e fuori di noi. Ci aspetta la Pasqua del Signore, che è dono di vita piena, speranza che non delude, certezza che né morte né vita, né angeli né principati, né presente né avvenire, né potenze, né altezza né profondità, né alcun’altra creatura potrà mai separarci dall’amore di Dio, che è in Cristo Gesù, nostro Signore.