21-11-2023 ore 20:03 | Rubriche - Costume e società
di Andrea Galvani

‘L'inesauribile forza e la straordinaria virtù della fragilità’. Valentina Serio per Vivere ancora

Con questa intervista a Valentina Serio, infermiera del reparto di Neurologia dell’ospedale Maggiore di Crema, continua il nostro percorso nel territorio cremasco. Oggi, nell’ambito di Vivere ancora, il progetto di Cremaonline in collaborazione col centro ricerca Alfredo Galmozzi, parliamo della “fragilità di chi cura la fragilità”. Della passione e del necessario equilibrio nello svolgere una professione tanto delicata, perché “una persona molto sensibile, empatica, rischia di farsi assorbire dalla sofferenza altrui”.

 

La ricerca

Per Valentina si traduce nella “ricerca di noi stessi, dei nostri valori, delle nostre passioni”, per non restare in balia degli eventi, perché “non si può aiutare gli altri” senza comprenderli. Gli infermieri sono “un ponte tra il paziente e il medico”. Assume grande importanza “il dialogo con la persona che si sta assistendo”, riuscire ad “entrare in sintonia”: i pazienti, le persone che si trovano ricoverate in ospedale, perdono la sicurezza della propria famiglia, le certezze della propria casa, “hanno bisogno di essere capiti, hanno bisogno di essere curati”.

 

Le necessità

Troppo spesso la nostra società esclude la sofferenza, chiude gli occhi di fronte al dolore, alla morte. Come non facessero parte delle nostre esistenze. All’interno di un ospedale sono situazioni quotidiane: “affrontandole e accettandole è possibile capire il senso della vita. Riconoscere le cose importanti, comprendere i nostri bisogni. Vedere cosa è necessario per vedere la vita con gioia”. Per Valentina “i giovani hanno così tanti stimoli che è facile perdere se stessi”. L’irrisolta relazione col tempo che scorre, la sensazione di “non riuscire a fare ciò che vorremmo”, generano “una sorta di inquietudine”.

 

L’indipendenza

La società è molto fluida ed i modelli da seguire impongono agli adolescenti una grande pressione. “Si cambia facilmente lavoro” e si rischia di trasformare le opportunità “nell’instabilità, economica e sociale. Molti giovani, a 30 anni non hanno una casa, un lavoro, devono dipendere da altre persone. Anche questo disagio non è da trascurare. L’indipendenza è molto importante, è uno degli elementi che porta benessere”. Insomma, la fragilità rappresenta l’opportunità di guardarci dentro, di ripensare il nostro stile di vita. Ci offre l’occasione di far pulizia di ciò che è nocivo, di liberare lo spazio necessario a coltivare e nostre passioni. È il momento in cui ci domandiamo chi siamo diventati, se ne siamo soddisfatti e se ci piace dove stiamo andando. La fragilità ci rende consapevoli dei nostri limiti, delimita i confini della nostra debolezza. Ci rende presenti, qui e ora. Pronti a modificare ciò che non serve più alla nostra felicità.

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