21-04-2017 ore 20:46 | Rubriche - Fatto di ambiente
di Alvaro Dellera

Un Fatto d’ambiente. I picchi del cremasco, colorati e tamburellanti abitanti dei boschi

I picchi sono gli uccelli più colorati e affascinanti dei nostri boschi. Difficile la loro osservazione, più semplice invece cogliere la loro presenza. Oltre ai caratteristici richiami vocali, in primavera amano tamburellare in cima ai secconiUn chiaro segnale di richiamo per le femmine e per il  possesso del territorio. Usano il loro massiccio e pronunciato becco battendolo rapidamente sui rami secchi. L’eco del tamburellare pervade il bosco e lo si sente distintamente anche da molto lontano, per esaurirsi quando dalla cima dell’albero o dal basso di un tronco, il picchio si stacca con il suo particolare volo potente e cadenzato e si allontana per posarsi qualche metro più avanti.

 

Il nido e le dieci specie

È noto a tutti che il nido del picchio è costruito perforando la corteccia  e scavato ad altezze variabili. La scelta dell’albero sul quale praticare il nido dipende da molti fattori, tutti legati alla specie e al luogo ritenuto adatto. Il foro praticato è tondeggiante - grande circa cinque centimetri - e segna l’ingresso. Generalmente viene  posto ad altezze  superiori ai cinque metri e in mancanza di altro è l’unico indizio che ci fa pensare alla sua presenza. In Italia vivono  dieci specie di picchi; da noi in pianura si possono osservare il picchio rosso maggiore, il verde, il picchio rosso minore e il torcicollo, unico e particolarissimo picchio dalla lingua protrattile, lunga fino a 12 centimetri, non tamburella e non costruisce un proprio nido ma sfrutta i nidi altrui o cavità di vecchi alberi. Dal piumaggio fortemente criptico con piume striate color nocciola, nere e bruno scuro. Il torcicollo (nell'immagine a lato durante l'accoppiamento, foto © GF. Colombo) più che un picchio sembra un passeriforme ed è anche l’unica specie di  picide che sverna, raggiungendo l’Africa sub sahariana. La forza e la frequenza con cui i picchi battono il tronco farebbe venire il mal di testa a chiunque. Ma per loro è una necessità fisiologica alla quale non possono rinunciare. Con quel martello pneumatico che hanno in testa e che corrisponde al loro becco battono sui tronchi  alla ricerca di larve, di insetti xilofagi, ragni, bruchi e formiche che vivono sotto la corteccia. Le uniche specie in forte calo, per ragioni di habitat, sono il picchio rosso minore e il torcicollo (nell'immegine a lato, foto © GF. Colombo) mentre il rosso maggiore ed il verde sono in leggera ascesa essendosi adattati molto bene alle trasformazioni dei boschi naturali in moderni impianti di pioppicoltura, ma soprattutto occupando i grandi e antichi parchi cittadini anche delle metropoli.

 

Incurante del disturbo umano

Il picchio rosso maggiore (nell'immagine a lato), incurante del traffico e del disturbo umano, ha nidificato recentemente dentro una cavità presso i giardini storici di Crema, proprio alle spalle di una panchina dove abitualmente, a loro insaputa, sostano alcuni pensionati cittadini. È facile, sia pure infrequente, vederli scorazzare in alcune vie alberate della città e all’interno del complesso degli ex Stalloni sulle cime di grandi tigli, sulle querce e sulle robinie delle vie adiacenti. Il picchio verde, più diffidente, non si avventura in zone centrali ma rimane prudente occupando aree cittadine più periferiche. Forme e colori della loro livrea li fanno essere gli uccelli più ricercati da chi si occupa di fotografia naturalistica, anche se non è poi così facile avvicinarli e poterli fermare in un fotogramma a causa della loro diffidenza. Mentre per il picchio rosso minore e il torcicollo le difficoltà aumentano considerevolmente dovendo cercarli in luoghi a volte inaccessibili, in boschi igrofili  o ai margini di canneti e lanche con la presenza di alberi marcescenti. Un fatto d’ambiente che richiede la massima attenzione e tutela verso queste aree  umide particolarmente vulnerabili e il massimo rispetto dei grandi e vecchi alberi perché solo con la loro presenza è possibile dare speranza di nidificazione e accrescimento anche a queste specie oramai ridotte a poche unità.

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