20-06-2021 ore 20:34 | Rubriche - Costume e società
di Gloria Giavaldi

Interpreti di cambiamento. 'La casa è un bene comune: non ci sono cittadini di serie b'

Attività di incontro, mediazione, conoscenza per connettere le persone agli spazi. Per cambiare, insieme. Questo, in soldoni, lo spirito del progetto Interpreti di cambiamento, candidato al bando Laboratori sociali e finanziato da Regione Lombardia con il Fondo sociale europeo. L'iniziativa si chiuderà formalmente il 30 giugno, “ma ora è tempo di bilanci. Di incontrarci, confrontarci, per guardare insieme al futuro”. Dopo il tour nei quartieri popolari di Ripalta Cremasca e di Crema, il referente del programma dell'abitare inserito nella coprogettazione tra Comune di Crema e ats Impronte sociali, Alberto Fusar Poli, vuole tirare le somme. “Per migliorare insieme domani”. Con lui, per i saluti istituzionali anche il sindaco di Ripalta Cremasca, Aries Bonazza, il sindaco di Crema Stefania Bonaldi e l'assessore al welfare Michele Gennuso.

 

'Garantire bellezza'

Capofila del progetto, il Comune di Ripalta Cremasca ha inteso smontare le credenze popolari secondo cui “gli alloggi popolari sono esclusivamente sede di vulnerabilità”. “Abbiamo sempre cercato di lavorare per ridurre il fenomeno e prevenire situazioni di difficoltà”. Interpreti di cambiamento ha “rafforzato la coesione sociale, nonostante gli ostacoli ed alimentato la consapevolezza che la casa è un bene comune da condividere”. Sulla stessa linea d'onda la collega Bonaldi, per la quale “il progetto ha continuato nel solco dell'attività di mediazione abitativa proposta a Crema sin dal 2014 ed ha consentito di consolidare il legame tra le persone e gli spazi”. Per la Bonaldi “si tratta di una relazione tutt'altro che ininfluente: ha impatti importanti sull'intera comunità”. Degna di nota la scelta di creare sportelli di mediazione abitativa nei complessi popolari: “per prevenire è necessario conoscere. Per conoscere è necessario esserci”. Essere sul campo, accogliere le difficoltà ed abbracciarle, fino a superarle. E a riempire di bellezza tutti i luoghi, in tutti i sensi. “Vivere in un luogo bello aiuta” ha detto Gennuso. “Non esistono cittadini di serie b, bisogna garantire bellezza a tutti, per far sì che ciascuno la ritrovi nella vita di tutti i giorni”.

 

Mediazione abitativa

Realizzato in collaborazione con diversi enti partner, Interpreti di cambiamento ha preso vita dall'ascolto. “È fondamentale perché è il primo contatto con un quartiere, ma non serve solo a rilevare idee” ha precisato Simone Puttin di AbCittà. “serve soprattutto ad evitare cortocircuiti”. Ad entrare in relazione fattivamente. Non dietro ad una scrivania, ma “vicino casa, dentro casa, dentro gli spazi comuni, nel mezzo di un momento di condivisione”. Come ha spiegato Paola Vailati di Acli Crema: “abbiamo creato dei laboratori sociali, degli spazi da abitare”. Da riempire di storie, di esperienze, di paure, di risorse. Di umanità. “Siamo passati dai pranzi comunitari, ai corsi di italiano per stranieri, alle attività ludiche, fino allo spazio compiti”. Così gli inquilini sono divenuti protagonisti: “custodi di spazi, interpreti di cambiamento”. A tutto questo si è affiancata un'attività di educazione all'abitare, illustrata da Susanna Scotti, che ha permesso di lavorare sulla “gestione e riqualificazione degli spazi comuni e gestione di situazione di morosità incolpevole, anche grazie a percorsi di inclusione lavorativa”.

 

Inclusione lavorativa

Da Mestieri Lombardia sono state intercettate nel corso del progetto 17 persone di cui 7 donne e 10 uomini, per lo più under 30 ed alcuni con svantaggi certificati. Ad oggi, uno di loro ha stipulato una collaborazione sportiva, uno un contratto intermittente, tre tirocini, tre proseguono gli studi, cinque sono ancora in fase di orientamento, uno ha fatto ricorso ad alcuni servizi specialistici, tre stanno frequentando un corso di formazione. “Questo – ha detto Lara Delmiglio - è solo l'inizio”. Dati simili anche per l'altro ente partner, la cooperativa Koala. Qui le persone intercettate sono state 15, di cui 7 donne e sei uomini. Proficua si è rivelata anche la collaborazione con il programma 5 della coprogettazione: per Koala ha consentito di raggiungere sei persone, di cui due donne e quattro uomini.

 

Protagonisti e operatori

Per i protagonisti di questo progetto è “lodevole la sinergia ed il desiderio di ascolto degli operatori. Bisogna lavorare di più sulla comunicazione. La mancanza di comprensione – spiega la signora Clara – è un grave problema”. Pinuccia, invece, ha posto l'accento sul desiderio di “fare per gli altri, di rendersi utile per le piccole cose. Voglio ascoltare, è importante”. Come è importante, quando occorre, “prendere l'iniziativa”. Per gli operatori questo progetto ha rappresentato “un'occasione di arricchimento. Ha consentito – spiega Claudia Mammana del Comune di Crema – di comprendere ancora di più l'importanza della cura dei legami e della valorizzazione di ogni talento”. Anche di quelli che vivono negli angoli, senza dimenticare “i bisogni della collettività”. É tutto un gioco di equilibrio tra bisogni e risorse individuali e bisogni e risorse collettive. Per Aler è intervenuta Claudia Bassi che ha sottolineato la virtuosità della collaborazione con il Comune di Crema. Infine uno sguardo al futuro con gli interventi di alcuni referenti di progetti analoghi del mantovano e del cremonese. Esperienze diverse per un'unica consapevolezza: “non esistono cittadini di serie b”.

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