19-04-2025 ore 19:29 | Rubriche - Fatto di ambiente
di Alvaro Dellera

Un fatto d'ambiente. Rondini, balestrucci e topini: un habitat e un nido per ciascuno

Hirundinidae è la famiglia di appartenenza di rondinibalestrucci e topini. Passeriformi nidificanti estivi, insettivori e migratori a lungo raggio. Le aree di svernamento sono mediterranee e sub sahariane, mentre la nidificazione primaverile ed estiva avviene in Europa fino alla Scandinavia. Sono le specie ornitologiche che vivono da centinaia di anni più prossime all’uomo, quasi in simbiosi, occupando in alcuni casi le residenze stesse dell’uomo come i sotto scala e gli ingressi di abitazioni, stalle, portici e cortili rurali. Luoghi, nidi e partner ai quali queste specie rimangono fedeli per sempre. Solo i topini (Riparia Riparia) si allontanano maggiormente dall’uomo e amano vivere in colonie composte da numerosi individui. Ricercano di volta in volta l’ambiente più idoneo alla loro ecologia: scavando buchi profondi, dentro sabbiose rive di fiumi, colline o laghi i propri nidi, che appaiono come piccole perforazioni sul fondo delle quali deporre la covata. In mancanza di altro, usano colonizzare cumuli di sabbia e argilla dentro cave di estrazione temporanea. 

 

 

Identificare gli hirundinidai

È percezione comune identificare questi hirundinidai con una sola specie, quella più facilmente osservabile: la rondine, (hirundo rustica), ma le cose stanno diversamente. Le differenze morfologiche, gli ambienti e la costruzione propria dei nidi mostra le grandi differenze che esistono tra loro e che ci permettono così il facile riconoscimento di queste tre specie. I nidi di rondine e balestrucci sono delle opere d’arte per bellezza e costruzione. Vere e proprie costruzioni per durare nel tempo realizzate con metodi antichi che l’uomo ebbe a copiare per le proprie. Fango e paglia che cercano sul terreno e trasportati pazientemente nel luogo scelto come rifugio. Mattoncino dopo mattoncino, inizia la costruzione a forma di coppa aperta per le rondini mentre i balestrucci (Delichon arbicum) chiudono la coppa quasi totalmente, lasciando solo un piccolo foro centrale. È questa la prima differenza che contraddistingue le due specie. L’altra è quella morfologica: la rondine è poco più grande di balestrucci e topini. Anche la colorazione delle piume cambia totalmente: i topini sono ricoperti superiormente da un piumaggio marroncino, nero lucido invece per rondini e balestrucci. Ma anche fra questi ultimi la differenza è evidenziata da una macchia bianca superiore fra coda e dorso nel balestruccio mentre la rondine mantiene il groppone totalmente nero. 

 

 

Il loro habitat naturale

L’ambiente frequentato dalle tre specie si sovrappone leggermente ma è l’ambiente costruito, le cascine l’ambiente rurale e le città, sono da sempre, i loro punti di riferimento. Riferimenti che negli anni sono venuti meno. La trasformazione edilizia e la manutenzione di edifici e stalle, e altri fattori ambientali, non consentono più di nidificare un po’ ovunque come un tempo. Anche nel cremasco si sono persi moltissimi luoghi idonei allo scopo, decretando una grande perdita numerica di rondini e balestrucci. Per i topini i luoghi di nidificazione si sono spinti sempre più in altre aree diverse dal cremasco, abbandonando anche i cumuli di sabbia delle cave. Rimangono solo poche colonie di balestrucci presso cascine abitate alla periferia di Crema, mentre le rondini numericamente maggiori dei balestrucci sono presenti in tutti i centri rurali del cremasco, in città si sono adattate a nidificare con successo sotto i ponti delle rogge che attraversano la città come a santa Maria della Croce. La diminuzione di queste specie è sotto gli occhi di tutti noi, un recente studio conferma chela perdita di Hirundinidai è superiore al quarantacinque per cento. In città attorno ai edifici storici e monumentali volano instancabili anche i Rondoni comuni (Apus apus),che non si posano mai a terra,  ma questa è un’altra storia.