19-04-2021 ore 20:22 | Rubriche - Medicina e salute
di Gloria Giavaldi

Nell'ex tribunale la scienza incontra il bene. I volontari: 'il vaccino è una scelta d'amore'

C'è chi resta all'ingresso ed aiuta a compilare i moduli. Chi accoglie paure durante l'attesa. Chi fissa l'appuntamento per la seconda dose. I 200 volontari che si sono messi a disposizione della città per lo svolgimento della campagna vaccinale anti Covid si riconoscono subito, anche in borghese, al termine del turno del sabato mattina: sorridono con gli occhi, “sono grati e soddisfatti”, ognuno a modo proprio. Nei pressi dell'ex tribunale di Crema, la pettorina gialla fluo spunta dalla borsa di Mara Tessadori. Il ruolo è impresso nero su giallo: staff vaccinazioni. “sono fiera di essere qui oggi, perché mi consente di affermare che ora faccio parte di un progetto più ampio che riguarda l'intero paese. Durante il lockdown mi sono sentita impotente, non avendo competenze mediche non sapevo come poter aiutare”. Ora, con la divisa indosso, porta un messaggio: “vaccinarsi è importante. Per continuare con speranza e progredire come società”. Secondo Mara il vaccino è una scelta d'amore. Per gli altri, prima che per se stessi. “Dobbiamo pensare ai nostri cari. Amiamo tutti qualcuno che ha bisogno di protezione. Dobbiamo vaccinarci per custodire le persone con fragilità. Per evitare che questa malattia possa toglierci più di quanto abbia già fatto”.

 

Accogliere

Nel tendone d'attesa si scorgono volti “titubanti a tratti, ma poi basta un dialogo per capire che il vaccino è la cosa giusta da fare”. Fabio Gaffuri è “la prima persona che i vaccinandi incontrano. Mi occupo dell'accoglienza. In questo momento cerco di essere d'aiuto alle persone più anziane e quelle con fragilità e di instaurare con loro un dialogo”. Esserci è necessario, ma non pesa: “non mi accorgo di arrivare a fine turno: il tempo scorre troppo in fretta”. Una fotografia lo racconta orgoglioso con i pollici alzati davanti all'ingresso: “penso che anche il nostro contributo sia importante per consentire alla campagna vaccinale di progredire velocemente, secondo i numeri prestabiliti”.

 

Un impegno di tutti

All'ingresso dello stabile il messaggio è chiaro: l'Italia rinasce con un fiore. “Sono qui – spiega Andrea Bergamaschini – per offrire una prospettiva alla nostra città. Al nostro paese”. Non da solo. “Con me ci sono altre 200 persone, spalmate su due turnazioni ogni giorno della settimana, accomunate dall'intento di fare il meglio per la nostra gente”. Ora i giovani possono giocare un ruolo importante, “ma vi sono persone di tutte le età. È un impegno che riguarda tutti e dal quale dipende il nostro futuro”. “Essere qui è un modo per dire che noi giovani ci siamo. Che Crema e l'Italia non si arrendono. Che insieme, solo insieme, possiamo farcela”. Maria Paola Ghilardi è uno dei volti amici che si incontrano nella sala d'attesa precedente alla valutazione medica. “Sono felice di poter fare del bene in questa situazione. Credo che il bene oggi assuma un valore diverso. La distanza, giustamente imposta, ci ha fatto riflettere sull'importanza di un semplice gesto, sulla meraviglia dello stare insieme. Forse anche per questo il nostro aiuto viene molto apprezzato dalla comunità”.

 

Il valore del bene

É un modo per tornare ad assaporare la potenza dei legami, fatti di sguardi e aiuti concreti e per dimostrare che il bene unisce sempre. “Il tempo per il bene non è mai buttato, ma investito. A prescindere dall'apporto concreto che posso donare, mi porto a casa la consapevolezza che ciò che ho fatto è utile”. Per Brian Casali “assistere qualcuno per un obiettivo così grande è ciò che dà più soddisfazione”. É bello, perché è vero. “Così voglio ripagare l'impegno dei tanti professionisti che in questo tempo hanno combattuto in prima linea contro il virus”. Anche in un'epoca in cui si sorride solo con gli occhi: “piccoli istanti di felicità ritrovata e condivisa ripagano di tutta la fatica. La gratitudine degli anziani, poi, è un dono” chiosa Brian. Sbrigate le pratiche amministrative, è tempo di tornare alla vita quotidiana. Verso una normalità che è sicuramente più vicina.

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