I prati naturali contengono una buona varietà di fiori. Piante apparentemente banali in realtà costituiscono un'enorme riserva di cibo per api, uccelli, farfalle e bombi. L’agricoltura li ha via via trasformati in coltivazioni per l’alimentazione umana. Nel corso della sua storia l’umanità intera ha avuto a disposizione migliaia di specie di piante con le quali cibarsi. Oggi, tuttavia, le coltivazioni mondiali si sono ridotte ad alcune centinaia di specie: di queste solo poco più di una decina sono quelle con cui ci alimentiamo. La moderna agricoltura si è affidata alla monocoltura estensiva semplificando così la struttura di cui era costituito l’ambiente naturale e agricolo di fine novecento, dove la biodiversità agroalimentare garantiva l’integrità dei suoli oltre a quella animale e vegetale.
Trifoglio rosso porpora
Un sistema efficace era quello praticato nella pianura lombarda, la cosiddetta rotazione delle colture dove, in genere, i tre raccolti annuali composti da cereali, leguminose ed erba medica, a volte intervallati dal pascolo, erano abbondanti grazie al fatto che ciascuna specie di pianta contribuiva in una sorta di scambio reciproco dei principi nutrienti a mantenere il terreno fertile nelle sue componenti chimiche e geologiche. Fra le specie di piante foraggere coltivate in pianura, ma oggi totalmente soppiantata anche nel cremasco, merita un nota particolare il trifoglio incarnato (Trifolium incarnatum), pianta erbacea della famiglia delle leguminose. L’importanza di questa pianta dalla ricca fioritura color rosso porpora, che avviene a partire da fine aprile a tutto luglio è, al di la della gradevolezza cromatica, una grande e importantissima attrattiva per un numero imprecisato di insetti.
Amato dalle api
Tra questi le api mellifere. Molti apicoltori ritengono che nel miele millefiori italiano l’apporto del trifoglio incarnato e di altre varianti di questa specie sia una componente fondamentale per la qualità ed il sapore del prodotto finale. Particolare interessante è il modo in cui le api e gli insetti impollinatori sono attirati dai colori delle fioriture. Diversamente da noi e percependo gli ultravioletti, non possono distinguere il luminoso rosso porpora caratteristico del trifoglio incarnato. Lo vedranno blu. Questa pianta leguminosa, nel cremasco, è ormai una rarità assoluta. Se la si cerca, la si può trovare ancora allo stato spontaneo come avventizia, sfuggita alla semina o alla coltivazione di altre varianti simili, a bordo campo. È stata espulsa dalla coltivazione moderna senza l’ausilio del Var (video assistant refree), tanto di moda nel calcio professionistico, ma assente nella cura dell’ambiente.