Divenuti ormai stanziali anche nel cremasco con una popolazione che supera il centinaio di esemplari sparsi lungo i bacini idrici di Serio, Adda e Oglio, il cormorano (Phalacrocorax carbo) lo si trova sempre più frequentemente anche lungo il corso del canale Vacchelli nel tratto cittadino di Crema. Appartiene all’ordine dei pellicaniformi la cui sacca gulare gialla richiama quella dei pellicani. Specie gregaria, nidifica su alberi medio alti in colonie molto numerose. La sua presenza ma soprattutto la sua particolare arte predatoria, nell’inseguire e catturare pesci sottacqua, divide un poco l’opinione pubblica sulla sua opportunità.
Mitologiche illustrazioni
I cormorani indubbiamente non sono dei campioni di bellezza, un po’ anatre un po’ svassi, in acqua sono discutibilmente bruttini, richiamano un poco le illustrazioni mitologiche di figure assomiglianti a leggendari mostri marini. La colorazione uniformemente nerastra, il becco lungo e possente che termina con piccolo rostro, gli occhi vitrei chiari e sporgenti non aiutano a rendere simpatica questa specie. Solamente durante la fase nuziale, che inizia molto presto rispetto ad altri uccelli acquatici, già a gennaio, il cormorano appare decisamente più gradevole. La livrea nerastra del capo diventa bianco candida e ai lati dell’addome compare una macchia ovale bianca fatta di lunghe piume sottili. Caratteristica peculiare di questa specie è la mancanza di sostanze grasse dell’epidermide che renderebbe impermeabile il loro piumaggio. Questa mancanza obbliga i cormorani ad asciugarsi continuamente dopo essersi immersi in acqua, dispiegando le ali al vento sopra un posatoio.