Nel giro di 24 mesi di pioppi in provincia ne sono rimasti circa un terzo. Quel “grande bosco di pioppi oltre l’argine maestro” narrato da Giovannino Guareschi nella saga di Don Camillo è scomparso quasi del tutto. A denunciarlo è la Coldiretti, che in un’analisi regionale sulle dichiarazioni delle superfici coltivate in Lombardia nota una netta diminuzione: da 13.589 a 3.158 ettari.
L’andamento del mercato
“Noi li abbiamo ancora, in golena vicino al Po – spiega Paolo Voltini, presidente di Coldiretti Cremona – sono terreni vocati a questo tipo di coltivazione. In zona un tempo i pioppeti erano più diffusi, oggi molti li hanno tolti anche per l’andamento poco favorevole dei prezzi di mercato: siamo praticamente ai livelli di 30 anni fa”. In questo periodo, aggiunge il pioppicoltore Gianfranco Baboni, “le quotazioni variano dai 45 ai 65 euro a pianta: tutto dipende dalla qualità, dalle dimensioni e dal mercato”.
Diminuzioni generalizzate
Secondo i dati di Coldiretti Lombardia “le maggiori concentrazioni di pioppi si trovano nelle province di Mantova con 1.409 ettari, Pavia con 1.077, Cremona con 325, Lodi con 179, Milano con 108, Brescia con 40 ettari, Varese con 13, Sondrio con 3, Monza e Brianza con meno di 2 ettari, Lecco con un ettaro e Bergamo con mezzo ettaro. Cali decisi riguardano quasi tutte le province: Cremona ha perso il 79% dei boschi, Lodi l’81%, Milano l’83%, Pavia l’84%, Brescia il 66%, Mantova il 60%, Varese il 44% e Monza il 33%. Stabile Sondrio, mentre Lecco guadagna qualcosa passano da 0,2 a 1,2 ettari: troppo poco per riavere tutti i boschi del Mondo piccolo di Guareschi”.