16-12-2022 ore 11:42 | Rubriche - Costume e società
di Gloria Giavaldi

'Be myself', il nuovo progetto di Mai stati sulla luna per costruire un futuro da protagonisti

L'intento è racchiuso nel nome: Be myself, il nuovo progetto educativo dell'associazione cremasca Mai stati sulla luna, vuole “valorizzare il protagonismo di ciascuno in ogni istante”. Mira ad esercitare “prerequisiti lavorativi carenti”. In altre parole, coltivare e consolidare abilità per plasmare, al passo di ciascuno, un futuro lavorativo, valorizzando le peculiarità e rispettando le esigenze di persone con disturbi dello spettro autistico. Le attività si svolgeranno in parte presso la nuova sede operativa dell'associazione e in parte presso esercizi commerciali che hanno aderito o stanno aderendo all'iniziativa.

 

Una nuova avventura

Come ha spiegato la coordinatrice progettuale Enza Crivelli: “siamo appena partiti. Siamo in una fase iniziale e di presentazione , ma nostra intenzione è quella di intensificare la rete con i servizi sociali comunali e le realtà del territorio per facilitare una partecipazione attiva di queste persone alla vita quotidiana nel loro contesto di appartenenza”. Il tentativo, “utopistico, me ne rendo conto”, è quello di “aiutare un sistema a cambiare prospettiva. A valorizzare tutte le abilità e ad ascoltare e rispettare tempi e bisogni di ciascuno”. Uno sguardo diverso potrà “donare a tutti una qualità di vita dignitosa. In alcuni casi, realisticamente, non si potrà parlare di vita autonoma, ma ciascuno potrà dare il proprio contributo nella quotidianità”. Il cambiamento è di natura culturale: “credo si debba incominciare. E poi non mollare, perseverare”.

 

Valorizzare il protagonismo

Mai stati sulla luna parte da una nuova sede operativa totalmente dedicata alla realizzazione di laboratori e da una “rete da costruire”. Per immaginare un futuro in cui ciascuno possa fare la propria parte. “Vogliamo abbandonare la logica assistenzialistica, che ha connotato il mondo del welfare nel passato e incentivare il protagonismo di ciascuno, perché la verità è che una persona con disabilità ha diritto di vivere la propria vita adulta”. Così, ad oggi quattro giovani adulti con disturbi dello spettro autistico hanno iniziato a partecipare a questo laboratorio, che prevede anche partecipazione diretta in vari esercizi commerciali. C'è chi cucina, chi riordina, chi si rende utile in copisteria. Tutti gettano semi di futuro, attivamente. Perché stare con le mani in mano non è mai una mossa azzeccata.

 

Imparare per costruire

“Aiutiamo i ragazzi ad imparare un lavoro, senza che vengano pressati dai tempi tipici di un contesto lavorativo. Questo, come detto, è un lavoro sui prerequisiti, è tempo dedicato all'apprendimento”. Il percorso poi, attraverso il sistema del collocamento mirato disciplinato dalla legge 68/99, li vedrà “protagonisti nel ricercare, trovare e svolgere, un lavoro adeguato al loro modo di essere e alle loro competenze”. Così si va avanti, un passo dopo l'altro. Perché non serve procedere velocemente, l'importante è non fermarsi.

1522