16-11-2024 ore 18:43 | Rubriche - Medicina e salute
di Elena De Maestri

Asst Crema celebra la giornata dei bambini prematuri con la storia del piccolo Diego

Diego stringe tra le mani una pallina gialla. Poi guarda la mamma e sorride. Stringe tra le mani la vita. E non la molla più. “E’ tipico dei bimbi nati pretermine, hanno una vitalità innata, è come se quella vita che hanno voluto scoprire troppo presto con forza e determinazione si svelasse in ogni attimo della quotidianità”. Nel comune sentire sono guerrieri: “lo possiamo confermare, perché lo avvertiamo tutti i giorni ”. Vera Cerioli e Daniela Aprile sono rispettivamente neuropsichiatra infantile e fisioterapista dell’unità operativa di neuropsichiatria infantile di Asst Crema, nonché componenti dell’equipe dedicata alla cura dei bimbi nati pretermine, di cui domenica 17 novembre, ricorre la giornata mondiale dedicata. Con loro altri due fisioterapisti, una terapista della neuro e psicomotricità dell’età evolutiva ed un’infermiera.

 

Il percorso e i dati

Come ha dichiarato Cerioli: “vengono definiti prematuri i bimbi che nascono prima della trentasettesima settimana gestazionale. Al di sotto della ventottesima si parla di bimbi estremamente prematuri, prima della trentaduesima di gravemente prematuri”. Nel mondo un bambino su dieci nasce prematuro, per un totale di oltre tredici milioni di nuovi nati pretermine ogni anno. In Italia sono circa 25 mila i bimbi nati prematuri nell’ultimo anno. Presso il presidio di Crema sono 53 i piccoli seguiti da inizio anno ad oggi.  “I bimbi ci vengono inviati o dal reparto di pediatria del Maggiore o dai pediatri di libera scelta o da centri di terzo livello regionali od extra regionali”. Dopo una prima visita a cura di un fisioterapista e di un neuropsichiatra infantile vengono stabilite le reali necessità di quel bambino. “La presa in carico è individualizzata, personalizzata, appropriata. In alternativa, se non si ravvisano particolari necessità, viene proposto un monitoraggio più blando fino ai due anni di vita del bambino”.

 

Il ruolo del fisioterapista

Nei percorsi di presa in carico, centrale è la figura del fisioterapista. La prematurità può avere un impatto sulla vita del neonato, basti pensare che i bimbi nati prematuri hanno il doppio delle possibilità di sviluppare un disturbo del neurosviluppo, ma ha un forte impatto anche sulla famiglia. Come evidenzia Aprile: “quando l’attesa viene bruciata si crea un vissuto emotivo importante: nostro compito è anche quello di dare fiducia alle mamme e ai papà come genitori, guidandoli in questa avventura”.

 

La storia di Diego

“Vedere Diego prima del tempo è stato sconvolgente. Perché non ti aspetti che accada tutto così in fretta. Invece, in poco tempo, prima del tempo, mi sono ritrovata ad essere mamma. Ero felice certo, ma non ho avuto il tempo di metabolizzare”. Aurora Bonizzi, 24 anni, è la mamma di Diego: “è nato quattro settimane prima. Per una frattura alla clavicola, si è reso necessario intraprendere il percorso presso il presidio di Crema per recuperare la muscolatura ed acquisire piene abilità motorie. Il nostro percorso ora evolverà in un monitoraggio, ma l’attenzione che abbiamo respirato in questi mesi la porteremo con noi”. “L’obiettivo è di seguire ogni piccolo nello sviluppo di abilità motorie, relazionali e linguistiche, affinché ciascuno possa mettere a frutto le proprie risorse monitorando lo sviluppo psicomotorio nel tempo”.

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