16-09-2023 ore 18:04 | Rubriche - Fatto di ambiente
di Alvaro Dellera

Un fatto d’ambiente: dal granchio blu al gambero rosso, quel passo (troppo) breve

Dal granchio blu (Callinectes sapidus) al gambero rosso (Procambarus clarkii), detto anche “della Lousiana” il passo è breve. A volte persino troppo. Il primo vive in acque di mare e salmastre l’altro in acque dolci e tranquille, quelli della maggior parte dei fiume italiani. Entrambi crostacei e specie aliene, originari delle aree del centro-sud ed atlantica degli Stati Uniti, negli ultimi anni si sono abilmente acclimatati nell’area marina mediterranea. Come ormai tutti sanno, in particolare in quella nord adriatica, il granchio blu è diventato un serio problema per gli allevamenti di molluschi, raggiungendo una notorietà insospettabile anche culinaria.

 

Molto aggressivi e prolifici

Il gambero rosso della Lousiana sta limitando la diffusione del nostro gambero d’acqua dolce (Austropotamobius pallipes italicus), il piccolo crostaceo, appartenente alla famiglia degli Astacidi. Importato in Italia a scopo alimentare, per diverse ragioni il suo allevamento fu abbandonato. I gamberi rossi americani si sono rivelati molto aggressivi e prolifici: possono raggiungere la lunghezza di 20 centimetri e deporre fino a 600 uova, 10 volte di più rispetto al nostro gambero di fiume. In pochi anni sono riusciti a colonizzare tutte le nostre acque interne, persino sulle isole, a danno di molte altre specie, anfibi, pesci ed il nostro gamberetto di fiume (gamberì) una volta frequente nelle acque correnti e limpide dei corsi d’acqua cremaschi, dove veniva anche pescato a scopo alimentare, oggi quasi introvabile.

 

 

L’irresponsabilità umana

È facilmente riconoscibile per il suo inconfondibile colore rosso scuro dal carapace ruvido e dalla presenza di una appuntita spina alla base delle chele. Abilissimo in acqua, come sul terreno, percorre specie di notte decine di metri fuor d’acqua, scavando anche delle lunghe gallerie. Specie assai resistente all’inquinamento, mangia di tutto; molto aggressivo e spavaldo ha pochi punti deboli, tra questi la predazione da parte di alcune specie di uccelli come aironi, nitticore e ibis. Purtroppo oltre ad essere commestibile, che non è sinonimo di buono, si è rivelato un vero killer. La storia legata alla sua importazione dimostra tutta l’irresponsabilità dell’uomo con conseguenze ad oggi difficile da valutare ma certamente impossibili da rimediare.

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