Una sede a Lodi e una a Casalpusterlengo, due indirizzi principali in operatore dei servizi logistici e grafica, un centinaio di allievi. Solo qualche numero per descrivere il Cfp Asfol, che si trova in piazzale Forni a Lodi. L’istituto sta puntando sul proprio rilancio grazie al progetto TiLab, promosso dalla Regione Lombardia e dalla fondazione Cariplo e raccoglie sei tra Cfp e IeFp del territorio, con l’obiettivo di abbattere i pregiudizi che riguardano il mondo della formazione professionale e di potenziarne l’offerta.
Nuovi spazi di lavoro
“Grazie a questo progetto siamo riusciti a rinnovare completamente il nostro laboratorio di gestione del magazzino, sia con una nuova strumentazione informatica che con un software gestionale – racconta Massimo Iovacchini, vice direttore dell’istituto - non solo: sono stati migliorati anche gli spazi delle aule, con banchi che consentono di creare isole e modulare l’attività in gruppo in modo strutturale, oltre a spazi dove i ragazzi possono trascorrere momenti di pausa in modo più adatto, quasi dei piccoli salottini dove possono trovare anche giornali e libri da studiare. Per offrire una seria formazione professionale occorre dotarsi di strumentazioni e laboratori che permettano ai ragazzi di essere sempre più competenti di conseguenza la possibilità che ci è stata offerta con TiLab non si poteva non cogliere. Per essere innovatori bisogna innovare e le attrezzature adeguate possono aiutare in questo senso”.
L’innovazione scolastica
“I nostri istituti non si occupano solo della formazione professionale, ma anche di formazione della persona. Solo che non si può farlo in maniera vecchia e desueta. Oggi il lavoro corre, la persona corre, tutto ha accelerazione continua e anche la scuola non può essere un posto dove le cose sono ferme a cinquant’anni fa. Ecco perché servono innovazione e nuovi strumenti”. L’obiettivo del Cfp Asfol è preparare i ragazzi a 360 gradi, valorizzando anche le abilità di base della convivenza civile, che oggi non sono sempre al centro dell’attenzione. “Le competenze di base non vengono solo da una buona indole individuale – conclude Iovacchini - certamente bisogna essere collaborativi, risolvere i problemi, saper vedere il bicchiere mezzo pieno, imparare a lavorare insieme. Ma le competenze di base devono trovare un ambiente gradevole. Spesso le nostre scuole sono brutte. Con questo progetto, anche grazie ad acquisti non indirizzati alla vita di laboratorio, vogliamo rendere la nostra scuola adatta alla convivenza civile”.