16-05-2020 ore 20:25 | Rubriche - Medicina e salute
di Gloria Giavaldi

Crema. Covid-19 e le malattie della psiche. Merlini: “Così abbiamo vissuto l’emergenza”

“In poco tempo siamo stati investiti da uno tsunami. Non siamo mai stati in prima linea, ma questo virus non conosce confini, penetra da tutte le parti”. È stato, dunque, necessario arginarlo in ogni modo. A qualunque costo. Per il bene di tutti. A distanza di due mesi, lo ripete con convinzione Claudio Merlini, coordinatore della Comunità riabilitativa ad alta assistenza (Cra) e del Centro diurno, poli afferenti al reparto di psichiatria dell’Asst Crema siti in via Teresine, deputati alla cura di persone con disagio psichico. “Quando l’emergenza si è manifestata, d’accordo con il nostro responsabile medico Nori Donarini e la direzione sanitaria, abbiamo provveduto a chiudere una parte dei servizi”.

 

Il centro diurno

Tra questi, anzitutto, il centro diurno. “L’isolamento si è reso necessario per tutelare pazienti ed operatori”. Tuttavia, le attività non si sono mai interrotte. Anche grazie all’aiuto della tecnologia è stata garantita la necessaria continuità assistenziale. “Il centro diurno oggi ha in carico circa 60 pazienti provenienti da tutto il territorio cremasco. Con l’avvento del Covid, abbiamo attivato colloqui settimanali smart con educatori e terapisti, preceduti da un adeguato percorso di formazione all’uso della tecnologia per i pazienti più anziani. In questo frangente la tecnologia ha fatto la differenza, consentendoci di monitorare la situazione e di intervenire prontamente in caso di urgenze”.

 

Vita di comunità

In un contesto in cui la regola d’oro è rappresentata dal distanziamento sociale, è stato necessario anche ripensare le vita di comunità. Anche in quei posti in cui accogliere e condividere sono i fondamenti per ritrovare il benessere. “In comunità accogliamo fino a 10 pazienti post –acuti del reparto di psichiatria o che necessitano di assistenza ad alta intensità. Vista la situazione di emergenza sanitaria, abbiamo dovuto ripensare la struttura, convertendola da servizio socio- sanitario a vero e proprio reparto e costituendo un’area Covid isolata in cui accogliere pazienti in quarantena”. Nessun caso di Covid- 19 in comunità, ma sempre massima cautela: “Abbiamo indossato divise e dpi e munito tutti i pazienti di guanti, mascherine e gel disinfettante e li abbiamo educati alla distanza. Ci siamo attenuti alle linee guida ministeriali e fornite dalla nostra Asst”, nonostante le palesi difficoltà manifestate da chi vive una condizione di fragilità. “I pazienti sono stati e sono collaborativi. Hanno sempre rispettato le distanze imposte, accettato l’isolamento e tollerato la mancanza di visite”.

 

Comunicazione trasparente

Alla base di tutto questo, vi è una comunicazione trasparente. “Abbiamo coinvolto i pazienti durante il lockdown comunicando loro tempestivamente, tanto mutamenti legati alla situazione esterna, quanto aspetti legati alla riorganizzazione della struttura e, quindi, della loro vita quotidiana”. Seppur in regime ridotto, dunque la vita all’interno della comunità prosegue. “Mantenendo le distanze, ad oggi in comunità conduciamo attività di counseling e finalizzate al consolidamento delle autonomie. Stiamo lavorando molto, in collaborazione con il reparto ospedaliero, nell’accoglienza di pazienti che necessitano di una degenza più lunga di quella ospedaliera accompagnandoli fino alla dimissione sul territorio”. Ovviamente in sicurezza. “Tutto è predisposto per il rispetto delle distanze, il monitoraggio costante dei parametri vitali e, in caso di necessità, l’isolamento”.

 

Il futuro

Dalla voce di Merlini, oggi, si percepisce una certa calma. “Il Covid ci ha segnato, ma non credo questa situazione di isolamento avrà grandi ricadute sui nostri pazienti. Penso, invece, bisognerà valutarne gli effetti sulla collettività perché un conto è attuare l’isolamento sociale, altro è iniziare a decondizionarsi dallo stesso. Non siamo nati per stare isolati, vedremo come verrà vissuta dalla collettività questa fase di decondizionamento”.

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