15-01-2024 ore 17:30 | Rubriche - Gli umani, la natura e la salute
di Romano Demicheli

La vita da cacciatori-raccoglitori in un mondo complesso, non tecnologicamente avanzato

Abbiamo detto che la fisiologia umana si è strutturata al tempo nei cacciatori-raccoglitori. Sarà bene, allora, dare loro un’occhiata più da vicino, poiché la terra, l’aria, l’acqua, le piante, gli animali, le abitudini alimentari e non, sono stati tra i fattori che essi hanno incontrato e che sono alla base del buon funzionamento del loro (e nostro) organismo. Dobbiamo, però, evitare due errori fuorvianti. Il primo è quello di pensare che essi avessero esigenze simili alle nostre, cioè immaginare noi stessi, integrati in una società capitalistica e mercantile, trapiantati nel loro mondo così diverso. Il secondo errore è identificarli con le popolazioni odierne di cacciatori-raccoglitori, come i Boscimani del Kalahari o gli aborigeni australiani, che affrontano una natura provata dal degrado ambientale e hanno contatti con il nostro mondo.

 

Lo stile di vita

Questi ultimi, però, forniscono alcune indicazioni di massima sullo stile di vita dei nostri progenitori. In media cacciano un giorno su tre, raccolgono cibo ed acqua (un’attività da cui sono esentati vecchi e adolescenti) per meno di quattro ore al giorno. Il resto del tempo è dedicato al riposo, allo svago e ad attività ‘culturali’. I nostri antenati stavano sicuramente meglio, poiché le condizioni delle risorse naturali erano migliori. Lungi da essere selvaggi senza competenze, essi avevano conoscenze specifiche sulle abitudini degli animali, i modelli di crescita delle piante e le loro qualità nutritive, farmacologiche e tossiche. Inoltre, avevano una notevole abilità manuale per fabbricare strumenti e oggetti. Indizi del loro sorprendente livello culturale lo troviamo nell’arte rupestre.

 

Salute

Dal punto di vista della salute, gli studi sui reperti fossili dimostrano che gli antichi cacciatori-raccoglitori erano, rispetto ai loro discendenti coltivatori, meno esposti al rischio di soffrire di fame e malnutrizione, generalmente più sani e anche meno esposti alle epidemie connesse all’addomesticazione animale e agli insediamenti stabili poco sani. Se la mortalità infantile era altissima (come del resto accadde fino al XX secolo), va considerato che i bambini che riuscivano a superare i primi anni di vita avevano buone probabilità di raggiungere l’età matura (60-80 anni), in virtù di una dieta più diversificata e bilanciata e di una attività motoria migliore di quella di epoche successive.

 

I bisogni essenziali

Certo, questi popoli non possedevano molte cose poiché, nell’ottica di una vita nomade, il criterio fondamentale è quello della trasportabilità. Perché portarsi dietro beni non necessari? Perché raccogliere più di quanto verrà consumato sul momento? Perché affannarsi a immagazzinare se le scorte erano nella natura in cui vivevano? Inoltre, occorre ricordare che la scarsità esiste solo in rapporto al bisogno e che i bisogni essenziali (cibo, sonno, riparo, tempo per la creatività e i rapporti sociali e simili) erano soddisfatti. Certo è per noi difficile immaginare come un’economia “altra” rispetto alla nostra possa essere così efficace. E ci riesce quasi impossibile pensare che il valore di un bene sia legato al suo uso (un coltello vale per la sua capacità di tagliare) e non alla dinamica di scambio (un coltello ambito perché “firmato” vale di più). Nel mondo dei cacciatori-raccoglitori, l’obiettivo era assicurare a tutti i membri del gruppo un livello di vita “dignitoso”: i compiti erano distribuiti e, soprattutto, una volta fatto l’indispensabile, ci si fermava per il riposo, lo svago e, anche, la creatività artistica. Un mondo complesso, anche se non tecnologicamente avanzato come il nostro.

 

Il ruolo sociale

Il quadro ora abbozzato è un po’ idealizzato (ma non troppo) e va corretto per le condizioni ambientali locali non sempre ottimali e per le dinamiche di gruppo in cui il ruolo sociale comportava, come nelle altre specie animali, livelli gerarchici diversi. Quest’ultimo aspetto va considerato all’interno dell’insieme valoriale di quel mondo (è importante quello che si è), ben diverso dal nostro (è importante quello che si ha). Per quanto riguarda il discorso salute, va ancora una volta sottolineato che la fisiologia degli individui di questa società, che era stata affinata durante centinaia di migliaia di anni, era del tutto adatta alle condizioni di vita qui tratteggiate. Le cose cominciarono a cambiare intorno a 10 – 12 mila anni fa, in cui sia le modalità di vita che la struttura sociale si modificarono profondamente. Il cambiamento cominciò ad avere anche effetti sulla salute. Lo vedremo.

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