“Ho trovato un ospedale di medie dimensioni con diverse eccellenze dal punto di vista clinico: dall'area internistica a quella chirurgica, da quella per l'emergenza a quella diagnostica. Un punto di riferimento per il Cremasco che soddisfa i bisogni del territorio in modo completo, anche grazie ai collegamenti con aziende vicine per migliorare il percorso diagnostico e terapeutico”. È tempo di bilanci per il direttore generale di Asst Crema Ida Ramponi, in servizio dallo scorso settembre. “Crema non è esente dalla piaga della carenza di personale: stiamo procedendo all'emissione di bandi a ciclo continuo, tanto per il personale medico, quanto per quello infermieristico. Contiamo sulla disponibilità dei professionisti nello svolgimento di attività aggiuntiva per sopperire alla carenza”. A questo si aggiunge l'impiego di liberi professionisti “per rispondere al bisogno della salute, che in quanto tale, è sempre prioritario”.
Integrazione, prossimità e appropriatezza
Al lavoro, anche questa mattina, Ida Ramponi è arrivata presto. L'agenda è fitta. “Pianificare l'attività è fondamentale: permette di avere degli obiettivi e consente di capire quali risorse mettere in atto. Certo, soprattutto in un periodo come questo, la pianificazione deve essere duttile, ma con l'ascolto dei diversi attori anche gestire l'imprevisto può risultare semplice. Sono arrivata in estate, quando il livello epidemiologico era accettabile. Ciò aveva consentito una riprogrammazione delle attività chirurgiche ed ambulatoriali. L'incremento dei contagi dell'ultimo periodo ha condizionato la ripresa, ma non l'ha fermata del tutto”. In questo contesto la parola d'ordine è appropriatezza. Di cure e di risorse. “Non credo che le aziende debbano tentare di far tutto. Piuttosto penso debbano far bene in ciò di cui si occupano. È importante che i professionisti si mettano in gioco per offrire al paziente la migliore cura. Per avere cura delle persone”. Secondo la riforma della legge 23 due sono i baluardi della sanità di domani: “da un lato l'integrazione sul territorio delle diverse figure professionali e delle prestazioni erogate al cittadino in strutture scelte perchè adeguate: ciò vale anche per il Cremasco. Dall'altro, la prossimità delle cure: consentirà di recuperare l'unicità del sistema sanitario lombardo”.
Valorizzare le unicità
Unicità che passa “da un'offerta valida per la cura di tutte le patologie e la creazione di servizi hub e spoke”, ossia appropriati ai bisogni e alle esigenze di ciascuno. Certamente, non dispersivi. Resta poi la grande sfida della telemedicina, in un periodo in cui la relazione terapeutica ha rivelato tutta la sua importanza. “Non può essere l'unica soluzione, ma viene attuata su una relazione di cura già esistente. Consente una maggiore continuità assistenziale e una maggiore partecipazione e valorizzazione dei caregiver, oltre a fornire al paziente una maggiore sicurezza in quanto sottoposto a sorveglianza”. A Rivolta d'Adda sta prendendo piede un percorso di teleriabilitazione cardiologica e respiratoria per il mantenimento della stabilità clinica. “Abbiamo eccellenze anche in casa nostra, dobbiamo solo potenziarle”. E poi restano “la riorganizzazione in corso della riabilitazione delle dipendenze di Rivolta d'Adda con la riattivazione degli appartamenti dedicati e i progetti di ristrutturazione per la sede del centro psicosociale di via Medaglie d'oro”. Sono quasi conclusi, invece, i nuovi reparti di pediatria e psichiatria.