13-12-2023 ore 20:15 | Rubriche - Gli umani, la natura e la salute
di Romano Demicheli

Gli umani e la Natura. I tempi dell’evoluzione, i nostri antenati e la capacità di adattamento

Abbiamo visto, nella scorsa riflessione sui nostri rapporti con la Natura, come noi umani dobbiamo considerarci inseriti nel mondo naturale e soggetti alle sue leggi. Da qui si può partire per capire alcune cose circa la nostra salute che sembra progressivamente peggiorare ormai da decenni. Cardiopatie, tumori, demenze e simili non si trasmettono come virus e batteri da infettato a sano, sono malattie non-trasmissibili. Ma negli ultimi decenni la loro frequenza è cresciuta enormemente, come se ci fosse una sorta di epidemia. La chiave di lettura di questo fenomeno sta proprio nel nostro essere natura e quindi soggetti alle sue leggi. Parlo del tempo di evoluzione necessario per arrivare alla nostra specie, che non ci è così famigliare, poiché è debolmente confrontabile con quello che noi percepiamo nella nostra usuale attività.

 

I nostri antenati

La paleontologia (scienza che studia gli esseri viventi vissuti nel passato geologico) con il supporto altre scienze ad essa connesse, ci dice che la comparsa dei primi nostri antenati risale a circa due milioni di anni fa (Homo Habilis). Per arrivare ad un nostro più vicino predecessore (Homo Sapiens) ci volle un altro milione e mezzo di anni, attraverso un processo non-lineare diretto, ma con tante deviazioni e ramificazioni. I primi nostri nonni (Homo Sapiens Sapiens), cioè della nostra specie attuale, comparvero circa 120 mila anni fa. Le abitudini principali dei nostri antenati sono rimaste abbastanza costanti nel tempo. La caccia e la raccolta di alimenti vegetali, che hanno portato alla descrizione dei nostri predecessori come ‘cacciatori-raccoglitori’, risale a quasi due milioni di anni fa. Abbiamo dati che provano che la nostra specie (Homo Sapiens Sapiens) ha vissuto in questo modo da circa 70-80 mila anni fa. Si fa fatica a immaginare tempi così lunghi, ma i dati oggettivi degli studi sono molto espliciti.

 

L’adattamento

Anche per le altre specie animali i tempi dell’evoluzione sono dello stesso ordine di grandezza e cioè terribilmente lunghi. È importante avere chiaro questo lungo processo perché è in questi tempi lunghi che si sono affinate le caratteristiche delle popolazioni, che le hanno rese adeguate all’ambiente in cui si sviluppavano. Chi segue alla televisione i bei documentari sulla vita animale nei più diversi ambienti naturali non può che rimanere meravigliato dalle complesse relazioni che si sono instaurate. Dai becchi di uccelli sagomati in relazione all’alimentazione, ad esempio, alla capacità di sopravvivenza in condizioni di penuria di acqua nelle aree desertiche. Per raggiungere questi risultati, sono stati necessari centinaia di migliaia di anni, se non milioni. Ma i risultati di adattamento alle condizioni di vita, sono stupefacenti.

 

Il funzionamento dell’organismo

Anche noi umani siamo stati sottoposti al medesimo processo di adattamento. In particolare, la nostra fisiologia, cioè il modo in cui il nostro organismo funziona in condizioni di salute normale, è stata affinata attraverso centinaia di migliaia di anni ed è ritagliata sulle condizioni di vita che i nostri progenitori hanno via via incontrato. È un patrimonio naturale: occorre tener conto delle caratteristiche, così come si tiene conto dell’esistenza dell’attrazione gravitazionale o dei diversi stati dell’acqua a seconda delle temperature. Nessuna persona ragionevole uscirebbe in strada da una finestra al quinto piano o si tufferebbe in un lago a meno 10 gradi centigradi. Finirebbe per rompersi la testa. Queste premesse possono far capire gli effetti prodotti dai notevoli cambiamenti delle condizioni di vita degli umani, che sono avvenute negli ultimi millenni, cioè in un tempo estremamente più breve dei tempi evolutivi. Ne parleremo.

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