13-06-2017 ore 18:31 | Rubriche - Fatto di ambiente
di Alvaro Dellera

Fatto d’ambiente. Il Centro recupero animali selvatici di Valpredina parla cremasco

La Valpredina è una piccola e lussureggiante vallecola posta fra la medio valle del fiume Serio, il lago d’Endine ed il basso lago d’Iseo, compresa interamente nel comune di Cenate  Sopra. Qui la riserva naturale Oasi Valpredina si estende per 90 ettari donati nel 1983 dalla famiglia Bardoneschi al WWF Italia. All’interno dell’area protetta, di cui parleremo nei prossimi servizi, si trova il Cras, il Centro recupero animali selvatici. Un centro d’eccellenza veramente unico per specializzazioni e strumentazioni  idonee alle cure di cui la fauna selvatica necessita. La struttura veterinaria è posta dentro la cascina ristrutturata di Ca’ Mologni dove Enzo e Matteo Mauri sono i deus ex machina di tutte le attività dell’oasi e del centro di recupero.

 

Mantenere la biodiversità

In questo centro specializzato, che esiste da oltre tre lustri, sono arrivati più di 21.000 ospiti fra volpi, tassi, caprioli, ricci, poiane, faine, tartarughe, allocchi, barbagianni, civette, pipistrelli, aquile e gufi: una media di 3,5 ingressi giorno. Solo la grande volontà, la passione e la tenacia di questa generazione di padre e figlio, bergamaschi doc, ha potuto resistere alle tante, troppe difficoltà di gestione finanziarie e non, a cui sono stati soggetti. Senza di loro, le loro competenze ed il grande lavoro di volontariato espresso, questa attività di recupero della fauna selvatica, divenuta sempre più importante per il mantenimento della biodiversità nel nostro territorio, non si sarebbe mai potuta attuare. Le strutture veterinarie sono il fiore all’occhiello di questa attività che non ha scopi 

di lucro poiché opera solo su fauna selvatica che viene rinvenuta con patologie bisognose di cure. Vive di volontariato, di convenzioni con provincia, regione Lombardia, WWF Italia e alcune importanti donazioni di beni strumentali.

 

La struttura

La grande sala del triage,  allestita con le strumentazione di pronto soccorso, è l’avamposto di ricevimento, poi la sala operatoria (nell'immagine a lato, con un cucciolo di volpe anestetizzato) e radiologica, al primo piano della cascina con attigua sala dei referti dove le lastre radiografiche vengono scannerizzate e lette da un sofisticato sistema di computer. La direzione sanitaria e strumentale, da molti anni è diretta dal dottor Luca Cavallari. Cremasco cinquantenne, medico veterinario e libero professionista. Ha lunga esperienza nel settore e altrettanto amore e passione per questa attività molto particolare alla quale da sempre ha dedicato tempo e professionalità. Con lui è stata possibile la visita al centro diagnostico e alle voliere di stallo solitamente vietate al pubblico per ragioni di benessere degli ospiti in fase di recupero. Qui la natura è protetta, si può  ben dire, anche se purtroppo le condizioni di arrivo non si richiamano a tale principio. Spesso gli ospiti sono vittime di incidenti stradali o colpiti da armi da fuoco ed una volta giudicati guaribili, anche dopo operazioni chirurgiche complesse ed importanti come la difficile ricomposizione ossea negli uccelli, vengono seguiti anche per parecchi mesi prima della loro liberazione.

 

Il contatto con la natura

La struttura  sanitaria, sotto stretto controllo della Forestale, delle  Ats locali e dai Nas, assicura che tutte le operazioni medico sanitarie sugli animali seguano un protocollo preciso e minuzioso. A partire dal cibo che dovrà esser somministrato agli ospiti fino al mantenimento dei corpi in strutture idonee per i più sfortunati che non ce l’hanno fatta. Una scheda clinica del paziente viene compilata al suo arrivo e aggiornata con le cure e gli interventi chirurgici successivi ed infine archiviata nel sistema informatico e statistico. Le voliere e i luoghi di stallo sono intergrati con la natura del luogo e costruite lungo le pendici del bosco; questo permette agli animali in ripresa fisica di non perdere contatto con la realtà facilitando in seguito la loro perfetta e completa idoneità a vivere allo stato libero. Non potendolo fare loro personalmente lo facciamo noi per loro; un grazie di cuore per l’impegno costante e la grande umanità che sapete esprimere con semplicità, grandezza d’animo e competenza professionale davvero uniche. Ridare una nuova possibilità di vita ad un selvatico è un gesto che va oltre ogni inimmaginabile sentimento d’affetto o retorica. 

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