12-12-2012 ore 20:07 | Rubriche - Storia delle religioni
di don Emilio Lingiardi

Santa Lucia festa della luce: il dono più grande che si manifesta nei regali a testimonianza della vittoria dell'amore sulle notti dell'umanità

Si festeggia domani la festa di Santa Lucia, tradizionalmente legata allo scambio dei doni, soprattutto verso i più piccoli, una tradizione che è fondata nella stessa storia di questa giovane donna, vissuta a Siracusa verso la fine del Duecento. Di nobile e ricca famiglia, aveva attirato l'attenzione e la passione di Pascasio, prefetto della città, che l'avrebbe voluta sposa. Mentre fervevano i preparativi per le nozze, condivisa delle due famiglie, la mamma di Lucia s'è trovata colpita di un tumore al seno.

Il voto della verginità
Amiche di Lucia han consigliato di recarsi pellegrine a Catania, sulla tomba di un'altra ragazza morta martire sulla via Etnea, Agata, uccisa con l'amputazione dei seni perché non aveva voluto tradire la sua amicizia con Gesù. Dopo insistente preghiera a Catania, di ritorno a casa, la mamma di Lucia si è vista guarita dalla malattia. Questo fatto ha spinto la figlia a rinunciare al matrimonio e ad imitare Agata nel dono della vita per il Signore, con il voto di verginità. Quando Pascasio è stato informato di questa decisione, per vendetta aveva pensato di farla diventare la più nota prostituta di Siracusa. Ha mandato uomini, perfino i buoi, a prelevarla dalla casa, ma una forza irresistibile ha trattenuto Lucia nella sua casa, così che non han potuto portarla nella casa di tolleranza. Questo episodio è magistralmente dipinto dal nostro Piccinardi nel quadro che si trova in Cattedrale e che secondo il critico Sgarbi è tra i migliori del Settecento lombardo, tanto che anni fa è stato esposto alla mostra relativa a questo secolo presso il palazzo reale di Milano.

Il martirio
Pascasio, nel 305, vista l'impossibilità della sua scelta, ha chiamato in piazza Lucia, l'ha invitata a prendere in mano un piatto e le ha cavato gli occhi dicendole: "non hai voluto vedere me, non vedrai più nessuno". Ecco perché normalmente la santa viene presentata con un piatto coi suoi occhi dentro, così che coloro che hanno problemi relativi agli occhi la invocano come mediatrice di grazie. Anche il mondo greco ha fatto suo questa santa chiamata Fotina, la santa della luce.

I veneziani nel Cremasco
I veneziani, passando dalla Sicilia, di ritorno dalla Prima Crociata, hanno preso il suo corpo, custodito in una teca apposita e l'hanno portata a Venezia, costruendo a suo onore una chiesa. Non molto lontana poi dalla stazione ferroviaria che ne prende il nome e legando la notte del 12 dicembre allo scambio di doni. Quando i veneziani hanno occupato le nostre terre lombarde fino all'Adda, hanno portato sia il culto alla santa - possediamo infatti in Cattedrale una sua piccola reliquia - sia lo scambio di doni perché secondo la tradizione la notte più lunga dell'anno è questa del 12 dicembre, particolarmente attesa quest'anno, per la coincidenza del giorno del mese e dell'anno (12.12.12).

L'amore nelle famiglie
Il dono più bello è dal nome della santa, l'allungamento di qualche secondo di luce per il giorno 13 e nel dono della luce si trova il fondamento dello scambio di doni che testimoniano la perenne luminosità dell'amore che regna nelle famiglie.
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