12-11-2020 ore 20:34 | Rubriche - Medicina e salute
di Gloria Giavaldi

Ostetricia e ginecologia. Simbolo della vita, la nascita sboccia nonostante il Covid19

“Il Covid non ha cambiato il senso del mio lavoro. Ho a che fare tutti i giorni con la nascita”. Loredana Mascheroni, ostetrica dell'ospedale Maggiore di Crema, accoglie nuova vita quotidianamente e ne respira la gioia. “Il nostro è un reparto fortunato”, colmo di buone notizie e di pianti che durano il tempo di una coccola. Il corridoio è pieno di donne con la vita in corpo o tra le mani ed il timore nel cuore. “Le donne oggi hanno più paura. Temono per la salute del bambino e hanno paura di vivere in solitudine un periodo così importante della loro vita. Cerchiamo di farle sentire il più possibile a casa, offrendo loro un ambiente familiare”, dove c'è sempre tempo dedicato alla condivisione. “Accudiamo le future mamme lungo tutto il periodo della gravidanza”. La fiducia, del resto, è fatta di sguardi, presenza, incontri e legami che richiedono tempo. “Ciò che il Covid si è portato via è la vicinanza dei parenti. Garantiamo la presenza del marito, del compagno o di chi accompagna la donna durante il travaglio, il parto e nei momenti immediatamente successivi”. Poi il distacco è obbligatorio.“I percorsi che proponiamo, unitamente a frequenti tamponi alle gestanti a termine, servono a garantire l'assoluta sicurezza”. Su questo le mamme possono stare tranquille: “Nell'ultimo periodo abbiamo avuto un incremento dei parti al domicilio perché le mamme avevano paura di presentarsi in ospedale. I percorsi sono sicuri e siamo pronti per accogliere tutte”.

 

Il reparto

“Non abbiamo mai abbassato la guardia” spiega il primario di ginecologia ed ostetricia Vincenzo Siliprandi “nemmeno quando, in estate, la situazione pareva essere migliorata”. Vengono previsti percorsi distinti per le pazienti Covid positive e per quelle Covid negative, anche se, ad oggi, “per disposizione regionale, se sussistono le condizioni, la gestante positiva deve essere trasferita in una delle 12 strutture hub”. Quando ciò non è possibile, “siamo preparati ad accogliere la paziente Covid positiva. Disponiamo di una zona isolata del reparto, ad oggi inutilizzata”. Novità di questi ultimi giorni è la creazione di uno spazio in reparto dedicato alle pazienti chirurgiche Covid positive.

 

Il corso pre parto

L'attività del reparto continua indisturbata. Ad oggi, i corsi pre parto vengono garantiti in presenza ed in assoluta sicurezza: “In una situazione di questo tipo le donne si trovano a vivere una gravidanza isolate. Il corso preparto diventa l'unica occasione di socialità e di confronto ed è spesso teatro di belle amicizie che resistono nel tempo. Dunque sì, ad oggi viene fatto in presenza e sarà così fino a quando sarà permesso”. Il corso diventa l'occasione per fare gruppo, conoscere il personale e gli ambienti: “È fondamentale che le donne possano in reparto trovare dei riferimenti. Vista la situazione, hanno una paura folle per il bambino. Non sentirsi sole, capire che le preoccupazioni sono condivise, può aiutarle a vivere meglio uno dei periodi più importanti della loro vita”.

 

Il calo delle nascite

“Gli studi effettuati – continua Siliprandi – ad oggi dimostrano che non vi è possibilità di trasmissione del virus dalla mamma al bambino. Anche qualora questa si verificasse, non ci sarebbero gravi conseguenze sul neonato”. Tra gli studi in essere sul bambino partorito da paziente Covid positiva ve ne è uno, denominato Itoss Sars cov 2, promosso dall'Istituto superiore di sanità”. Ad oggi, l'unica cosa certa è che “questo virus toglie alle mamme la socialità” Ed intimorisce le donne. “Il calo delle nascite si è rilevato a livello nazionale. Anche a Crema siamo in linea: si aggira intorno al 10%, tenendo presente che da marzo a maggio abbiamo avuto un tasso di pazienti straniere tendente allo zero. In condizioni normali il 25%-30% delle gestanti sono di origine straniera”.

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