Esiste un libro importante per conoscere da vicino cosa accadde a metà degli anni settanta in Argentina e Cile, quando i colpi di stato militari sostenuti dalla Cia condussero a dittature sanguinarie: lo ha scritto Enrico Calamai, diplomatico italiano in forza nelle ambasciate di Buenos Aires e Santiago, proprio in quegli anni drammatici. Egli si battè, con pochi mezzi, circondato spesso da indifferenza e ostilità, per concedere il passaporto italiano e l'asilo politico a coloro che, di origine italiana, rischiavano di scomparire nelle mani della polizia segreta e dei torturatori del regime. Il governo italiano, pur di mantenere buoni rapporti con tutti, usò spesso una imbarazzante doppiezza e Calamai dovette costantemente condurre una lotta solitaria e impari, aiutato dall'inviato del Corriere della Sera, Giangiacomo Foà, dal rappresentante della Cgil a Buenos Aires e da alcuni volontari dell'ambasciata. Egli riuscì a salvare centinaia di vite, superando la malcelata ostilità di ambasciatori e governi. Il suo racconto ci rende l'atmosfera di tempi terribili, sia in Cile che in Argentina, dove bastava pochissimo per essere sequestrati dalla polizia segreta e scomparire tra le fila dei desaparecidos: molti cadaveri di torturati riapparivano sulle rive del Rio de la Plata, dove venivano gettati dagli aerei della giunta militare. Conforta sapere che nelle situazioni più difficili compaiano dei Giusti capaci di mostrare le più nobili qualità umane, e difendere l'onore delle nazioni, ma rattrista il comprendere come la ragion di stato permetta di chiudere gli occhi sul sacrificio di migliaia di innocenti. Siamo grati ad Enrico Calamai per la sua opera di quegli anni e per questo libro. Enrico Calamai - Niente asilo politico - Feltrinelli.