12-02-2025 ore 20:10 | Rubriche - Costume e società
di Andrea Galvani

Antonio Ghezzi. Imprenditorialità, strategia e gestione del cambiamento, la sfida cremasca

“Il progresso è irrealizzabile senza cambiamento e chi non è capace di cambiare la propria mente non cambierà mai nulla”. George Bernard Shaw avrebbe sicuramente apprezzato la relazione di Antonio Ghezzi, al Ridottino di Crema per discutere di Imprenditorialità, strategia e gestione del cambiamento. Ospite del Rotary club, il docente offanenghese del Politecnico di Milano, ha spiegato che seppur stimolante, innovare è sempre piuttosto complicato. Verbo all’infinito, gli orizzonti non sono dati e nel passare all'azione, “spesso ci rifacciamo a pratiche consolidate”, sovente prendendo spunto dall’ambito familiare. Una soluzione, pragmatica, per innovare, è data dalla collaborazione. Senza porre in conflitto start up e family business, ma facendoli lavorare in modo complementare, si possono ottenere obiettivi strategici di lungo termine.

 

Cambiare per ispirazione

Evolvere è essenziale. A livello personale e ragionando in team. “Se rimaniamo immobili - ha spiegato Ghezzi – qualcuno cambierà per noi”. Quindi sarà in grado di competere e molto velocemente ci sostituirà. L’attenzione deve essere alta e concentrata su quello che dovrebbe divenire un mantra: “è bene cambiare per ispirazione, prima di doverlo fare per disperazione”. In tutto il mondo ferve il dibattito sull’intelligenza artificiale: “da un lato potrebbe sostituire alcune attività, dall’altro potrebbe complementarle, divenire un nuovo strumento. Non è un tema di carattere tecnico ma culturale, proprio di forma mentis”.

 

Piccoli esperimenti locali

In quest’ottica il territorio cremasco si presenta come un terreno privilegiato: “la cosa migliore da fare è quella di creare dei piccoli esperimenti di carattere locale, potenzialmente a basso costo, che coinvolgano gli utenti, il nostro mercato, i nostri utenti e farlo il prima possibile. In questo modo possiamo recuperare una risposta, un feedback, che poi possiamo spendere per comprendere se procedere secondo la via che abbiamo delineato”.

 

Mentalità innovativa

In comparti delle piccole medie imprese o delle micro imprese, gli investimenti nell’innovazione sono ancora limitati. Il motivo? Semplice: “vige ancora un obiettivo di breve termine, quando l’innovazione invece promette grandi risultati nel lungo o lunghissimo periodo”. I tempi stanno cambiando e non serve criticare ciò che non si riesce a capire, cantava il bardo di Duluth. È necessario prendere coscienza della situazione. Ne è convinto Ghezzi, secondo cui l’unione di modelli innovativi consente di “fertilizzare” il sistema, renderlo più efficace, migliore: “le start up nascono per sviluppare prodotti, servizi e soluzioni innovative. Proprio come hanno fatto le imprese familiari. Progetti congiunti fra questi due modelli potranno portare una mentalità innovativa rispetto alle nuove tecnologie in contesti che sono caratterizzati da una qualità eccelsa di persone e prodotti. Vale la pena ribadirlo: “Il progresso è irrealizzabile senza cambiamento e chi non è capace di cambiare la propria mente non cambierà mai nulla”. Il dado è tratto.

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